Gira la ruota, molti sono pronti a comprare una vocale, quella «E» di elezioni che porterebbero alla Regione o in Parlamento. La crisi di governo, che si è materializzata con l’annuncio delle dimissioni di Monti dopo la legge di stabilità, dà una accelerazione all’agenda politica aquilana, in vista di elezioni e candidature, con un congresso del Pd comunale, dietro l’angolo, trampolino di lancio per le ambizioni di numerosi esponenti locali. «Abbiamo già dimostrato che siamo in grado di fare primarie vere anche con tempi ristretti, mettiamoci al lavoro per farle e non trovare scuse» scrive Pietro Di Stefano su Facebook, con evidente riferimento alle Politiche più che alle Regionali, invocando un metodo partecipativo in generale al posto di scelte calate dall’alto. Almeno un posto, però, dovrebbe essere già occupato da Stefania Pezzopane, quello alla Camera dei deputati, in ossequio a una intesa con i vertici romani che risale al dopo terremoto, anche se non gradita a tutti all’Aquila e in regione. Massimo Cialente potrebbe diventare, in caso di vittoria del centrosinistra, sottosegretario con delega alla ricostruzione, un ruolo che farebbe parte di un accordo con il segretario nazionale del Pd, vincitore delle primarie e candidato premier, Pierluigi Bersani. La nomina non è incompatibile con il ruolo di sindaco. Per Cialente si guarderebbe anche più in là, alle Europee, per una candidatura al Parlamento di Bruxelles. Gira la ruota anche Americo Di Benedetto che aspetta le primarie per entrare tra i candidati alle Politiche. Di Stefano, invece, punterebbe sulle Regionali, che, però, rappresentano un obiettivo anche di Pierpaolo Pietrucci, esponente emergente del Pd. Alfredo Moroni, però, sembra aver occupato già la casella, a meno che per lui non si aprano altri scenari per ora non prevedibili. Manca all’appello del gioco Giovanni Lolli: a casa, al Senato o candidato alla presidenza della Regione? Premesso che è alla seconda legislatura, la scelta di Lolli sarebbe proprio in quest’ordine, ma, per senso di responsabilità nei confronti di una città distrutta dal terremoto, finirà con il decidere per il Senato, tenuto conto che alla Regione lo spinge qualcuno per liberare la strada verso Roma e che difficilmente sarà candidato un aquilano alla presidenza. Gira la ruota...