L’Abruzzo è la quint’ultima regione per quanto riguarda l’export. E’ la fotografia che emerge dall’analisi effettuata dall’Istat nei primi nove mesi dell’anno. La dinamica tendenziale dell’export regionale ha fatto registrare una flessione pari al -4,5%, dato che è in controtendenza rispetto alla media nazionale del +3,5% e a quella delle regioni meridionali, pressoché stazionarie con il +0,1%. In particolare, scendono del 6,8% le esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea, mentre aumentano dell’1,6% quelle verso i Paesi al di fuori dell’Ue. Fra i settori che fanno registrare i cali più consistenti vi sono quello della carta e dei prodotti di carta (-18,5), quello del legno e dei prodotti in legno (-17%) e quello dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-13,1%), mentre crescono le esportazioni di articoli farmaceutici (19,7%), di mobili (13,1%) e di prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+10,3%). A livello nazionale, nella media dei primi nove mesi del 2012 - rileva l’Istat - la dinamica tendenziale dell’export è positiva per tutte le ripartizioni, anche se in progressiva decelerazione nel corso dell’anno. Le regioni insulari (+17,1%) e del Centro (+6,6%) presentano una crescita superiore alla media nazionale. Contribuiscono maggiormente alla crescita Lombardia (+3,7%), Toscana (+8,6%), Sicilia (+16,8%) ed Emilia-Romagna (+3,6%). Marcate flessioni si registrano per Basilicata (-24,5%), Valle d’Aosta (-10,6%), Friuli-Venezia Giulia (-9,6%) e Molise (-9,0%). I dati Istat confermano le previsioni pessimistiche fatte dal Cresa alla luce dell'indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere (435 con almeno 10 addetti) e relativa al terzo trimestre 2012, cioè da luglio a settembre. Secondo quella indagine, rispetto al trimestre precedente, la produzione era già segnata in calo del -5,3% , il fatturato -3,9% , il fatturato estero -4,3% e l'occupazione del -2,7%. Su quel quadro veniva spiegato anche che la capacità competitiva sui mercati internazionali segnava una battuta d’arresto (fatturato estero: -3,2%; commesse estere: -3,5%), così come gli indicatori riguardanti i mercati esteri venivano già definiti in fase di peggioramento ( fatturato estero -4,3%, ordinativi -2,3%). Le previsioni del Cresa effettuate a sei mesi si rivelano quindi azzeccate secondo l’Istat con ripercussioni produttive negative in quasi tutti i settori. E scendendo nei particolari, il Cresa aveva rilevato come la provincia di Teramo stesse affondando e come quella di Pescara galleggiasse. Anche L’Aquila e Chieti avevano fatto registrare flessioni nei livelli produttivi e nel fatturato, ma in maniera meno accentuata.