ROMA Una soluzione, anche se non ancora totale, per i lavoratori rimasti «impigliati» nella ricongiunzione onerosa dei versamenti previdenziali, la cancellazione d’ufficio dei debiti tributari antecedenti al 2000 e non superiori a 2 mila euro, l’allargamento della platea di imprese colpite dal terremoto in Emilia che potranno beneficiare dei finanziamenti per pagare imposte e contributi. Dagli ultimi caotici giorni di vita del Parlamento emergono anche alcune risposte concrete a problemi di cittadini e imprese; ma a meno di dieci giorni dal probabile scioglimento delle Camere il quadro delle misure che potranno vedere la luce è ancora molto confuso.
Il principale contenitore è la legge di stabilità. Ieri il governo e i due relatori hanno concordato un primo pacchetto di emendamenti a firma di questi ultimi, che comprende le novità su ricongiunzioni, riscossione e sisma dello scorso maggio. Sul primo nodo l’intervento è parziale. Si tratta di porre rimedio alla norma voluta dal precedente esecutivo, che ha reso costosa la ricongiunzione dei periodi contributivi per coloro che sono passati (anche solo sul piano formale) dal lavoro pubblico a quello privato. Queste persone si sono viste richiedere decine e decine di migliaia di euro per un trasferimento che in precedenza era gratuito. Ora l’emendamento presentato ripristina la ricongiunzione senza costi per coloro che il passaggio lo avevano fatto entro il 30 luglio 2010. Gli altri potranno invece cumulare i diversi periodi previdenziali se hanno maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia in base alle norme più restrittive della riforma Fornero (dunque almeno 66 anni) e comunque con i requisiti più elevati tra quelli dei diversi regimi. Il cumulo senza oneri è possibile anche per i trattamenti di invalidità e per la reversibilità, ma non per la pensione di anzianità. Con queste limitazioni la novità ha un costo contenuto, 32 milioni il prossimo anno destinati a crescere fino a 157 l’anno a regime: è stata comunque salutata come un primo passo positivo da Giuliano Cazzola (Pdl) e Cesare Damiano (Pd), che si erano spesi per una soluzione al problema.
In materia di fisco le novità riguardano invece i debiti tributari di importo fino a 2 mila euro (tra capitale interessi e sanzioni) iscritti a ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999: saranno annullati automaticamente dopo sei mesi dall’entrata in vigore della legge di stabilità. Sul delicato tema della riscossione verrà poi istituito un comitato di indirizzo e verifica, presieduto da un magistrato della Corte dei Conti, di cui faranno parte ministero dell’Economia, Agenzia delle Entrate e Inps.
I NODI DA SCIOGLIERE
Ma nella legge di stabilità ci sono altri nodi da sciogliere, a partire da quello del riassetto della Tobin tax (proprio ieri il Parlamento europeo ha approvato il quadro comune in cui 11 Paesi tra cui l’Italia adotteranno un prelievo di questo tipo).
La Camera intanto con nuovo voto di fiducia (295 sì, 78 no, 114 astenuti) ha approvato il cosiddetto decreto sviluppo, senza modifiche rispetto al Senato: il provvedimento, che contiene anche le novità in materia di agenda digitale, diventa definitivamente legge. Sempre a Montecitorio è passato il disegno di legge che disciplina il principio del pareggio di bilancio: nonostante gli auspici della Ue non è però ancora chiaro se potrà arrivare anche il voto del Senato.