PESCARA Compravano le licenze per il noleggio in Abruzzo ma il taxi lo guidavano sulle strade della capitale. Un imbroglio colossale secondo la Polizia Stradale di Pescara che ha arrestato sei persone accusate di associazione a delinquere finalizzate alla corruzione. Tra loro c’è il sindaco di Turrivalignani, un paesino dell’entroterra pescarese. Roberto Di Cecco, 47 anni, ex vigile urbano: secondo la Procura è il regista di un’operazione che a lui e a un gruppo di mediatori d’affari ha portato mazzette per una cifra ancora da quantificare e ai tassisti abusivi ha permesso di lavorare in maniera illegale a danno dei loro colleghi che per avere la licenza hanno vinto il bando di gara pubblicato dal Comune di Roma. Oltre agli arresti, il gip ha disposto otto obblighi di dimora. Quello di Pescara è solo il troncone di un’inchiesta che si annuncia dirompente e riguarda l’intero Abruzzo. Diverse le procure che procedono: 295 sono gli indagati, tra questi 31 tra amministratori comunali, sindaci e assessori, nel conto però ci sono anche vigili urbani.
Il noleggio di auto con conducente, il cosiddetto ncc, servizio simile ma non identico al taxi, è attività molto redditizia per chi la esercita, soprattutto in grandi città. Per questo motivo le amministrazioni comunali di norma fissano un tetto e condizionano il rilascio a due presupposti: inizio o fine del servizio devono avvenire nel territorio del Comune che ha rilasciato la licenza ed è obbligatorio il parcheggio dei mezzi in rimesse ubicate sempre nello stesso Comune. Secondo gli investigatori il sindaco di Turrivalignani rilasciava autorizzazioni che però finivano tutte o quasi tutte a Roma. Se ne sono accorti i vigili urbani della capitale che nel corso del 2010 hanno sequestrato molti dei documenti irregolari: 80 quelli sotto accusa. E questo è il punto: può un paesino arroccato su un colle, con soli mille abitanti, rilasciare tante autorizzazioni? E poi perché i tassisti lavoravano nella capitale e non in Abruzzo? Di qui è cominciata l’inchiesta e di qui sono cominciati anche i guai del sindaco. Una volta privati dalle licenze molti dei tassisti abusivi, rimasti senza lavoro, hanno chiesto i soldi indietro. Il sindaco i soldi non li aveva, o non intendeva restituirli e così è capitato che qualcuno lo ha aggredito e qualcun altro ha organizzato una spedizione per punirlo. Per fortuna è arrivata in tempo utile la Polizia Stradale.