PESCARA Ci sono anche sindaci, assessori comunali e comandanti della polizia locale tra i 295 indagati dalla Procura della Repubblica di Pescara per corruzione e associazione per delinquere. Agli arresti domiciliari, insieme ad altre cinque persone, è finito il sindaco di Turrivalignani, Comune della provincia di Pescara: il quarantacinquenne Roberto Di Cecco è considerato dagli inquirenti «figura di spicco» dell’organizzazione, che ruotava attorno al rilascio illegittimo di licenze per il noleggio di auto con conducente (il cosiddetto Ncc). Ai domiciliari anche Sebastiano Di Maria, 41 anni, residente a Serramonacesca (Pescara), Fabio Falasca, 44 anni, Agostino Forte, 44 anni, Marco Rulli, 45 anni, tutti residenti a Roma, e Giancarlo Di Girolamo, 42 anni, residente a Fonte Nuova (Roma). In sessantacinque dei 211 Comuni controllati dalla polizia stradale dell'Abruzzo sono emerse gravi irregolarità di carattere penale a carico sia di privati che hanno ottenuto le autorizzazioni (accusati di aver falsamente attestato di essere in possesso dei requisiti richiesti) sia di alcuni amministratori comunali compiacenti. Dalle indagini è risultato che i privati che avevano ottenuto la licenza Ncc in Abruzzo in realtà operavano a Roma. La polizia stradale definisce «figura di spicco» il sindaco di Turrivalignani, tuttora in carica, accusato di aver rilasciato un numero ingente di autorizzazioni a favore di soggetti che, in realtà, non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo quanto previsto dalle normative. Il Comune di Turrivalignani ha rilasciato complessivamente più di ottanta autorizzazioni. In base alle norme, l'inizio o la fine del servizio deve avvenire all'interno del territorio del Comune che ha rilasciato l'autorizzazione e lo stazionamento dei mezzi deve essere realizzato in una rimessa ubicata nel territorio dello stesso Comune. L'autorizzazione all'esercizio dell'attività viene rilasciata dall'amministrazione comunale attraverso un bando di concorso pubblico, preceduto dall'individuazione, da parte della Regione, dei criteri che i Comuni devono rispettare; ma dalle indagini è emerso che numerosi enti abruzzesi rilasciavano un numero di autorizzazioni non giustificabile rispetto ai criteri previsti. Le licenze in realtà consentivano di svolgere l'attività a Roma, creando in questo modo una concorrenza sleale nei confronti di chi aveva invece superato il bando pubblicato nella capitale. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, bastava dichiarare di avere una rimessa in Abruzzo, in realtà inesistente, pagare poche centinaia di euro e il gioco era fatto. Nel corso delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Barbara Del Bono, è venuta alla luce l’esistenza di quello che la polizia stradale definisce «un sodalizio criminale» con una «stabile organizzazione e con una precisa ripartizione dei compiti tra gli associati». Il sindaco di Turrivalignani, in particolare, avrebbe rilasciato un numero cospicuo di autorizzazioni NCC, individuando un'area comunale da destinare a rimessa, per il cui uso i titolari delle autorizzazioni avrebbero dovuto versare un canone annuo di 400 euro; i beneficiari erano soggetti che in realtà non svolgevano il servizio di trasporto secondo quanto previsto dalle vigenti normative. I componenti dell’organizzazione - riferiscono fonti della polizia stradale - sono riusciti a ottenere numerose autorizzazioni Ncc, che confluivano direttamente alle società da loro gestite; svolgevano dunque un ruolo di mediatori facendo ottenere ad altre persone le licenze e ricevendo, in compenso, ingenti somme di denaro. All'atto del rilascio dei titoli, il sindaco ometteva qualsiasi forma di controllo sul possesso dei requisiti da parte dei richiedenti. In alcuni casi, i titolari delle autorizzazioni, non avendo altri indirizzi da comunicare come sede, indicavano quello del Comune. Il Gip che ieri ha disposto le misure cautelari è Maria Michela Di Fine. Avviate istruttorie per il ritiro di 398 licenze.