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Pescara, 19/12/2025
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Data: 13/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi: niente passo indietro. Lascio solo se Monti guida i moderati

Leader-show, lancia pure Alfano e Montezemolo
attacco a Casini. La replica: evidente stato confusionale

ROMA Ha offerto la candidatura a premier a tutti. Forse pure a se stesso ma chissà. O magari l’ha offerta a se stesso più che a chiunque altro - «Io al momento sono il candidato a palazzo Chigi» - oppure, paradossalmente, può essere che Silvio Berlusconi immagini una premiership collettiva, io, tu, noi, tutti, così non lo accusano più di voler essere l’uomo solo al comando e l’unto o il bisunto del Signore. Mentre il Cavaliere dice e si contraddice, palleggia e fa le piroette, va avanti e insieme indietro, parte di slancio e frena di slancio, divaga sullo spread quando gli chiedono se vuole tornare al governo, dice che Alfano è un fulmine di guerra (e dunque il quid ce l’ha), dichiara che Monti è il suo premier ideale anche se lo ha appena spinto a dimettersi perchè «ostaggio di Bersani, di Vendola e della Fiom», a un certo punto Bruno Vespa garbatamente osserva: «Se Pirandello fosse qui, si divertirebbe e ci aiuterebbe a capire».
Siamo al residence Ripetta, alla presentazione dell’ultima fatica letteraria del giornalista di Porta a Porta, «Il Palazzo e la piazza» (Mondadori), e il passo indietro sì anzi no di Berlusconi rispetto alla propria discesa in campo è un balletto godibilissimo. Hanno ragione le amazzoni ad applaudire caldamente lo show. Nella sala strapiena di spettatori ci sono quasi soltanto loro del partito berlusconiano - Laura Ravetto, Stefania Prestigiacomo, Nunzia De Girolamo, Annamaria Bernini, Micaela Biancofiore, Pina Castiello, Melania Rizzoli, Ale Mussolini, Annagrazia Calabria - e nessuno degli ex An, mentre a parte Osvaldo Napoli, Luca D’Alessandro, l’ex ministro Rotondi, Galan, Polverini e l’outsider Volpe Pasini hanno marcato visita tanti volti noti del Pdl. Il cui nome cambia ma anche no. «Il nome non cambia, magari avremo Forza Italia nel simbolo», assicura Berlusconi. Ma due minuti dopo: «Ad oggi terremo nel simbolo il nome del Popolo della libertà». Intanto l’ex premier ha detto che Casini «soffre di complessi d’inferiorità nei suoi confronti», per il fatto che gli dice ormai da tempo immemorabile di passare la mano, e Casini mentre le legge sulle agenzie il diluvio di dichiarazioni e controdichiarazioni fa una sintesi che è questa: «Berlusconi è in evidente stato confusionale, se manifesta la possibilità di fare l’ennesima giravolta di un passo indietro in caso di candidatura di Monti a cui ha tolto la fiducia in Parlamento». E ancora il leader dell’Udc: «L’importante è che Monti a Berlusconi ha detto che non accetta le sue proposte di candidatura». «Se Monti si mette alla testa dei moderati compresa la Lega - questa l’offerta partita ieri da Berlusconi al Professore - io rinuncio a candidarmi a premier». Ma sarà mai possibile che il Carroccio, che detesta Monti più della Terronia, di colpo lo possa adottare? «La Lega non è incompatibile con lui», assicura Silvio. E comunque se il Carroccio continua a opporsi a un patto con Berlusconi, il Cavaliere è pronto a spaccare tutto: «Faremo cadere le giunte del Veneto e del Piemonte». A proposito di leghisti, si materializza in sala la reproba, Rosy Mauro, insieme al fidanzato o pseudo-fidanzato Pier Mosca, bodyguard e cantante di Kuli nudi. Che cosa c’entra lei? E’ un messaggio di Berlusconi a Maroni: o fai l’accordo con me oppure io lo faccio con il gruppetto bossiano di Rosy (quattro gatti lumbard) che infatti sta applaudendo il Cavaliere. Si passa all’amico Luca. «Se si fa l’accordo con Montezemolo per l’unione di tutti i moderati, io faccio un passo indietro»: ecco un altro annuncio di Silvio semi-riluttante e semi-deciso. Ma Monti sarebbe una scelta migliore: «Lo stimo tantissimo. Spero che sia il prossimo premier dei moderati». E Angelino? «Non è escluso che Alfano sia il candidato presidente del consiglio. E’ in pole position». E Ilda la Rossa? «La Boccassini vuole decidere l’esito delle elezioni». E via così. Di fronte alla sala, sull’altro lato della strada, c’è un negozio sportivo di cui brilla l’insegna: «Old soccer. Nostalgia»: e chissà se la denominazione c’entra qualcosa con quanto è appena accaduto dentro il residence di Ripetta. Ad aspettare il Cavaliere che va via, sul marciapiedi sono schierati quattro performer vestiti da ironiche mummie con tanto di cartello: «Meno male che Silvio c’è». Ma purtroppo è Pirandello che non c’è.

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