PESCARA «L’Alta velocità non abita in Abruzzo». È l’allarme lanciato dalla Cna abruzzese, all’indomani della notizia secondo la quale la principale compagnia privata italiana, la Ntv, titolare del treno veloce “Italo”, avrebbe inserito la stazione di Ancona tra le sue prossime destinazioni. Ntv arriverebbe da Bologna ad Ancona lungo la linea Adriatica e coprirebbe quindi la tratta Milano-Ancona in 2 ore e 55 minuti «In questo modo, senza una decisa e rapida iniziativa istituzionale sostenuta da tutte le forze sociali della regione», afferma il presidente della confederazione artigiana abruzzese, Italo Lupo, «si certifica l’esclusione del nostro territorio dai futuri progetti di investimento nel settore dell’Alta velocità; e questo sia da parte della principale compagnia pubblica, Fs, che del principale competitore privato, il Nuovo Trasporto Viaggiatori». «Il caso», aggiunge il presidente Cna Abruzzo, «ha poi un risvolto perfino paradossale. Stando così le cose, infatti, l’Abruzzo verrebbe estromesso quasi scientificamente dalle strategie di Fs: nei suoi piani d’investimento figura un collegamento del basso versante adriatico direttamente con Napoli e la direttrice tirrenica dell’Alta velocità, ma lo stesso prolungamento al capoluogo delle Marche degli attuali collegamenti non viene escluso. E ora apprendiamo che anche il principale competitore privato, Ntv, cancella l’Abruzzo dai suoi piani». «Le decisioni che si prenderanno sul tema dell’Alta velocità nei prossimi anni», prosegue Lupo, «sono a destinate a pesare sull’intero sviluppo futuro di questi territori. Per questo, nei mesi scorsi, la nostra confederazione ha delineato d’intesa con le nostre associazioni di Marche, Molise e Puglia, una strategia comune per riportare al centro dell’attenzione il destino del medio e basso versante adriatico, a rischio di forte penalizzazione sui tavoli che contano. E ciò, soprattutto, per quel che riguarda il capitolo delle grandi infrastrutture come autostrade, ferrovia, porti e aeroporti. Così», conclude il presidente regionale della Cna, «è necessario che l’Abruzzo torni a far sentire il proprio peso istituzionale in tutti gli scenari in cui si assumono decisioni vitali per il destino del nostro territorio, prima che sia troppo tardi».