L’ex commissario: oggi con il regime ordinario a dominare è la burocrazia Monumenti, i progetti ci sono ma di finanziamenti nemmeno l’ombra
L’AQUILA L’ultima segnalazione è di ieri. Un cittadino, Gianluca Biasini, in mattinata si è recato negli uffici di Reluis per sapere lo stato di avanzamento della pratica di finanziamento per la sua casa E che si trova in zona Sant’Elia, pratica presentata un anno fa. C’è andato ieri perché il giovedì è l’unico giorno di apertura di quell’ufficio. Ha preso le ferie dal lavoro e fiducioso si è recato nella caserma della Finanza. Sulla porta dell’ufficio ha trovato un bel cartello: causa concorsone oggi l’ufficio è chiuso. Arrabbiarsi a quel punto è stato il minimo. Ma con chi prendersela? Chi controlla gli uffici? Chi li dirige? La risposta è: boh. E allora il cittadino è tornato indietro indignato e anche un po’ rassegnato . Questa è la fotografia della ricostruzione oggi, dicembre 2012. Uffici chiusi, caos assoluto, niente soldi, politici che pontificano sul nulla e raccontano favole. Se le cose stanno così forse è stata persino ottimista la dichiarazione dell’ex commissario e presidente della Regione Gianni Chiodi che all’Ansa ieri ha detto: «Ci vorranno circa 10 forse 15 anni per ultimare la ricostruzione dell’Aquila e paesi del cratere (che coi 4 già passati fanno quasi venti ndr) «l’emergenza esiste tutt’ora – ha precisato Chiodi – perché quando una città è ancora distrutta, come L’Aquila, ci vogliono anni perché il centro storico torni ad essere vivibile. È invece venuta meno l’espressione burocratica e legislativa dell’emergenza. Oggi il regime è quello ordinario che esaspera l’aspetto burocratico. Si è detto che la ricostruzione nella prima fase è stata lenta e negativa ma a distanza di oltre tre anni, più del 50 per cento della popolazione aquilana è tornata nelle proprie abitazioni, dopo averle ristrutturate». Come dire: fin quando ci sono stato io come commissario qualcosa di positivo accadeva (anche se per le case meno danneggiate), ora siamo allo stallo totale. Altro buco nero è quello del restauro e recupero dei monumenti che poi sono il piatto forte della ricostruzione. «Catalogazione e programma di ricostruzione sono pronti. Adesso servono le risorse, che ancora non ci sono» ha detto Chiodi «la Soprintendenza lavora molto bene ma praticamente senza soldi». E anche la solidarietà degli altri Paesi, sollecitata dall’allora presidente del consiglio Berlusconi con la «Lista nozze», è stata, quanto all’entità totale dei finanziamenti, «molto inferiore alle aspettative». Chiodi ha ricordato che tre anni fa, per tamponare l’emergenza, si è puntato sulla messa in sicurezza, con la realizzazione dei puntellamenti: «Sapevamo già da allora che ci voleva tempo – ha spiegato – e i puntellamenti sono stati fatti con grande maestria. Questo per fortuna rende possibile l’attesa dei restauri». A settembre – ha detto ancora Chiodi – con la visita all’Aquila dei ministri della coesione territoriale Fabrizio Barca e della cultura Lorenzo Ornaghi è stato annunciato un programma di lavori che dovrebbe coinvolgere oltre 500 monumenti con un finanziamento di 525 milioni di euro spalmato tra il 2013 e il 2021 (206 per il triennio 2013-2015). Una cifra importante anche se molto inferiore alla stima di 3,5 miliardi di euro fatta già due anni fa dall’allora sub commissario per i beni culturali d’Abruzzo Luciano Marchetti. «Il programma di ricostruzione è sempre quello di Marchetti» ha precisato Chiodi «ma fondi ancora non se ne vedono, abbiamo catalogato tutto, adesso servono le risorse».