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Pescara, 19/12/2025
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Data: 16/12/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Primarie Pd, tanti in corsa ma i posti sono solo cinque

In attesa delle regole che saranno stabilite dalla direzione nazionale si susseguono voci sulle candidature. Verrocchio: «Un sintomo di vitalità»

TERAMO Dalle urne delle primarie usciranno cinque nomi teramani per le candidature al parlamento. Le regole della consultazione che si terrà tra il 29 e il 30 dicembre saranno fissate domani dalla direzione nazionale del Pd ma i primi orientamenti mettono qualche punto fermo tra la folla degli aspiranti a un posto in lista. Nelle ultime ore, tra sindaci vibratiani, dirigenti bersaniani, rottamatori renziani e rappresentanti dell'area montana pronti a salire in rampa di lancio, il fermento nel partito è cresciuto al punto da sfiorare il caos. «E' un segno di grande vitalità che non si ravvede in altre forze politiche», spiega il segretario provinciale Robert Verrocchio, «ma prima dei nomi dobbiamo stabilire le regole». Se verrà confermato che, nella ripartizione regionale, le caselle per i candidati teramani a Camera e Senato saranno cinque, la lista delle primarie dovrebbe essere composta da dieci aspiranti. Di sicuro la metà dei posti andrà riservata a donne. Da definire sono invece i criteri per la selezione dei candidati che dovranno essere applicati dalla direzione provinciale del partito. La lista delle primarie sarà unica, senza distinzione tra Camera e Senato. Gli elettori, salvo ripensamenti, potranno esprimere due preferenze: una maschile e una femminile. I cinque più votati saranno poi smistati nelle liste regionali per i due rami del parlamento e collocati nelle posizioni di testa, che assicurano maggiori possibilità di elezione, secondo una ripartizione proporzionale. Con cinque donne da presentare ai nastri di partenza delle primarie sono molto concrete le possibilità di candidatura di Manola Di Pasquale, consigliere comunale e presidente regionale del Pd che andrebbe in quota renziana. Ci sarebbe spazio, però, anche per la vibratiana Stefania Ferri, presidente provinciale, e per Raffaella D'Elpidio, consigliere comunale a Roseto. In campo maschile, a parte il deputato uscente Tommaso Ginoble, non ci sono aspiranti avvantaggiati dai criteri emersi finora: anzi, i cinque posti disponibili potrebbero risultare pochi. L'aspetto più controverso resterà quello degli ammessi al voto. A quanto pare potranno votare gli iscritti e gli elettori che hanno partecipato alle primarie di fine novembre. I renziani, riuniti ieri in assemblea a Castelnuovo, hanno già fatto sapere che non condividono questo metodo. «Auspichiamo una partecipazione ampia dei cittadini», afferma Vincenzo Di Marco, sindaco di Castellalto e delegato provinciale di Renzi, «non limitata a chi ha partecipato alla precedente consultazione». Nella riunione di ieri, alla quale erano presenti circa 50 persone tra cui i sindaci di Pineto e Controguerra Luciano Monticelli e Mauro Scarpantonio, non si è parlato di candidatrure ma della volontà del gruppo che fa capo a Renzi d'incidere nelle prossime primarie.

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