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Data: 16/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Primarie in Lombardia, vince Ambrosoli

In 120 mila ai seggi nonostante neve e maltempo
per designare il candidato del centrosinistra in RegioneL’avvocato primo con il 58%, distaccati Di Stefano
e Kustermann. Poi la festa: «Ora avanti tutti assieme»

MILANO Ha vinto Umberto Ambrosoli, ma questa è la notizia meno inaspettata. E’ il figlio del liquidatore della Banca Privata ucciso dai sicari di Michele Sindona, i vertici locali e nazionali del centrosinistra si erano genuflessi perorando la sua candidatura, era il superfavorito. Il 58 per cento ha detto che deve guidare il centrosinistra alle regionali di Lombardia. Non il plebiscito atteso da molti. Andrea de Stefano, giornalista, è arrivato al 23,25 per cento; Alessandra Kustermann, ginecologa di fama, al 19,11.
Gli altri numeri importanti riguardano l’affluenza, e anche qui poche sorprese: centomila ne aspettavano, centoventimila sono arrivati. Però c’erano neve e ghiaccio, cielo cupo, freddo cane, poca voglia di uscire: «Proprio per questo è stata una grandissima giornata» commenta Maurizio Martina, segretario regionale Pd. Non si sono viste le code della sfida Bersani-Renzi, quando votarono in 400 mila. Ma anche perché quelle lombarde sono state primarie assai discrete, fair-play come regola principale, toni bassi.
Dei tre candidati nessuno vantava militanze partitiche, vengono tutti dalla mitica «società civile» che a Milano e dintorni nel centrosinistra continua ad avere un certo peso. Anche per questo ora i partiti, senza sconfitti in casa, esultano e spingono sull’orgoglio da primarie: «Noi stiamo scegliendo in modo democratico i nostri candidati, gli altri parlano di questioni di bottega». Però sanno che la conquista del Pirellone è affare complesso. Ambrosoli è un nome pesante, ma se il centrodestra confluisce su uno solo fra Maroni e l’ex sindaco di Milano Albertini, la sua diverrà un’impresa ardua.
«Il cambiamento comincia da qui. Adesso andiamo avanti tutti insieme» dice il vincitore quando i dati sono ormai sicuri. Chi ha perso gli rende onore prendendosi un pezzo di merito: «Ha vinto il centrosinistra» esulta la dottoressa Kustermann. Lui, l’avvocato figlio dell’Eroe Borghese, ha fatto il pieno soprattutto lontano dal capoluogo: quasi il 70 per cento a Brescia, il 66 a Cremona, il 65 a Pavia. Intorno al 50 per cento, invece, a Milano a provincia dove si è affollata più della metà dei votanti. C’è chi spiega il boom metropolitano col fatto che i candidati sono tutti milanesi, chi sostiene che in città i disagi del maltempo si sono sentiti meno che altrove. Chi invece ricorda che le primarie furono il trampolino di lancio per l’inaspettata vittoria di Pisapia al Comune, e i milanesi di centrosinistra sperano che il miracolo si ripeta in regione.

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