Berlusconi è tornato anche ieri allo show in tv con un’intervista di un’ora e venti minuti alle 18 (ora di grande ascolto), su Canale 5, mentre nel Pdl a rischio scissione tutti si muovono già in fase di trans agonistica per cercare un disperato recupero sul vantaggio accumulato dal centrosinistra. Così iniziative politiche anche contraddittorie si accavallano e si intrecciano, con una base che ormai sembra accomunare tutti coloro che hanno deciso di seguire Silvio fino alle fine: il pressing su Monti. Il professore si candida o no? Mentre il Cavaliere «intervistato» (si fa per dire, è stato un monologo con Barbara D’Urso come “spalla”) sfoderava le armi del l’usato sicuro delle sue campagne elettorali – paura dei comunisti, la magistratura, persino l’Imu introdotta proprio dall’ex premier e da Tremonti – i colonnelli si riunivano nel convegno «Italia popolare» nella capitale. Da dove Alfano, Cicchitto, Lupi, Matteoli, Frattini – insomma i soliti noti – lanciavano decisi appelli a Monti: «Ci sono circostanze che la storia offre che possono essere irrepitibili» gli ha mandato a dire enfatizzando più del solito il fido Alfano. «Ora Berlusconi che è candidato dice che noi siamo disponibili a dire che, se Monti ha una capacità aggregatrice maggiore di chiunque altro, la chance che nel ’94 era di Berlusconi ora tocca a Monti raccoglierla». Lo stesso concetto è ripetuto da Berlusconi dalla sua televisione, una strategia con la quale cerca di stringere le maglie del partito. Ma a Roma intanto in 5mila del suo Pdl si riunivano all’auditorium della Conciliazione nella giornata della «primarie delle idee». Già perché quella di ieri doveva essere la giornata delle primarie del Pdl, annunciate e bocciate dal «povero» Alfano un giorno sì e uno no. E dall’ex ministro Giorgia Meloni e l’ex sottosegretario Guido Crosetto è arrivato un messaggio dal sapore di ultimatum per il grande capo: «Vogliamo un luogo giusto dove batterci per le nostre idee e per il rinnovamento del Paese. Se quel luogo è il Pdl ci batteremo con lui. Altrimenti siamo pronti a costruire altro con chiunque voglia starci». E anche se in platea non ci sono nomi molto conosciuti del Pdl, ma numerosi parlamentari sì, Meloni e Crosetto stanno scavando nella base del Pdl, riuscendo a catturare simpatie in quella parte delusa dal governo Berlusconi. Anche su Monti la Meloni non lascia spazio a dubbi: «Non siamo con Mario Monti, l’operato di questo governo ha delle falle e rimango quantomeno incuriosita da chi auspica una leadership di Monti nel centrodestra. Non serve Monti – conclude – per dire a Berlusconi, che lo ringraziamo per il lavoro fatto finora, che sarebbe un errore decisivo la sua ricandidatura alla premiership». E Crosetto affonda tra gli applausi: «Un centrodestra credibile o ha Scajola e Dell’Utri al suo interno o me e la Meloni». Un partito dunque aggrappato alla candidatura di Monti, ieri al Quirinale a colloquio col capo dello Stato, con la quasi certezza che il candidato sarà ancora Berlusconi, già scatenato con le sue tv. Anche se il tormentone «scendo in campo perché come nel ’94 c’è il rischio che vincano le sinistre», dopo il suo governo, e la recessione in atto, non sembra più fare presa come nell’altro secolo.
Il bunga-bunga di Arcore? «Sono caduto in un tranello»
Le allegre serate del bunga-bunga ad Arcore? Berlusconi è stato solo una vittima ignara. Questa l’ultima versione del Cavaliere “confidata”, neanche a dirlo, a Canale 5. «Era un periodo che mi sentivo solo: mi ero divorziato da poco, mia sorella era morta. E poi qualcuno mi dice perché non organizziamo delle serate. Sono caduto in questo tranello». D’altra parte la campagna elettorale è alle porte ed è necessario rifarsi il look. Ecco che così arriva anche la conferma del “fidanzamento” con Francesca Pascale. «Sì, è ufficiale - “confessa” ancora alla sua Tv - è una ragazza bella di fuori ma ancora più bella di dentro. Mi vuole molto bene ed io la ricambio. C’è un divario di 48 anni. Era presidente di un club a Napoli “Silvio ci manchi”. Raccoglieva i soldi e mandava sulle riviere un aereo con una fascia con su scritto “Silvio ci manchi”. Poi con gli ultimi soldi cambiò la scritta con “Silvio mi manchi”. Finalmente mi sento meno solo».