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Pescara, 19/12/2025
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Data: 19/12/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi: rinviare la data del voto. Nuovo show in tv. Il Pdl punta al 24 febbraio o al 3 marzo. Bersani: non usino il Parlamento per i loro problemi

ROMA Il Pdl fa melina in Parlamento sulla legge di stabilità, prende tempo sul decreto (peraltro criticato anche dal Pd) sulle firme per le elezioni, e chiede esplicitamente di rinviare le elezioni. Perché le dimissioni di Monti sono legate a doppio filo con l’approvazione della finanziaria. Una strategia che prende forma nel pomeriggio quando il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto annuncia che il Pdl «si prenderà tutto il tempo necessario per esaminare il provvedimento e il decreto firme, e anche il dl sulle liste elettorali è di singolare delicatezza, non può essere esaminato a camere sciolte». «E’ solo melina, hanno paura di andare al voto» tuonano dal Pd Bersani e la Finocchiaro, ma la linea è stata dettata da Berlusconi che cerca in tutti i modi di guadagnare tempo, convinto che ritardando le elezioni il Pdl possa recuperare qualcosa e limitare i danni. Così poco dopo arriva la richiesta ufficiale del settore elettorale del Pdl: «Serve il rinvio del voto di una o due settimane». Per il Pdl infatti c’è anche la questione dei residenti all’estero: «Se la data del voto fosse quella ipotizzata del 17 febbraio più di 4 milioni di residenti all’estero potrebbero vedersi non recapitare in tempo utile i plichi contenenti le schede elettorali». Un «rischio di democrazia elettorale» secondo il Pdl, ben altro per Bersani: «Non possono usare il Parlamento e la legge di stabilità per i loro problemi» attacca il segretario Pd. Berlusconi intanto dagli studi di Porta a Porta nell’ennesima intervista televisiva di questi giorni, risponde così alla domanda se il Pdl abbia chiesto di rinviare le elezioni: «Sì, perché questa fretta di andare alle elezioni causa una fretta totale per formare le liste ed è una forzatura inutile». Lo scontro ormai è totale. Dario Franceschini punta il dito contro il presidente Renato Schifani per aver «rallentato il percorso»: «Il Pdl ha un atteggiamento dilatorio che punta ad allungare la durata anche solo per qualche giorno, contro il percorso individuato dal presidente della Repubblica». E proprio il capo dello Stato è un altro degli obiettivi delle bocche di fuoco del Pdl, che pur essendo stato scavalcato anche dai grillini nel gradimento dell’elettorato, può ancora dettare le condizioni in Parlamento. Se le elezioni fossero rinviate potrebbe non essere più Napolitano a gestire la crisi. Una rivincita per il Cavaliere che imputa proprio a Napolitano la sua caduta e l’avvento di Monti a Palazzo Chigi. Il Pdl vuole sfruttare la sua posizione di forza che induce a cercare il rinvio, per cercare di trovare il bandolo della matassa al suo interno, costringere Monti a scendere in campo (anche dal salotto di Vespa l’ex premier ha lanciato l’appello al professore perché aggreghi il centrodestra), cercare di ricucire con la Lega, accordarsi con gli ex An. Insomma, il Pdl ha un sacco di lavoro da fare. «Dobbiamo guadagnare tempo» è il messaggio che Berlusconi ha fatto arrivare ai suoi fedelissimi. E intanto, dopo le interviste a Canale 5, Rete 4, e ieri RaiUno da Vespa, sta trattando anche con il vecchio nemico Santoro per un’ospitata a Servizio Pubblico su La7. Anche ieri il Cavaliere ha attaccato la Germania, ha ribadito che l’Italia potrebbe uscire dall’euro e tornare alla lira, ha attaccato Casini e Fini: «Persone orrendissime». Ma viene sbugiardato dal presidente del Ppe Wilfred Martens. Berlusconi ha infatti sostenuto che Monti era stanto invitato dai popolari europei «su suo suggerimento», ma Martens smentisce: non è vero è stata una mia iniziativa personale. Il Cavaliere rompre invece ogni indugio sul suo ritorno in campo : «Mi candido perché avete bisogno di me e quindi non mi astengo quando sento il dovere di prestare soccorso a chi ha bisogno». Resta ottimista sulla nuova alleanza con la Lega «che rischia di rimanere isolata e non contare niente» e soprattutto dovrà fare l’alleanza «se vuole la Lombardia», e respinge ogni accusa sulle sue responsabilità per la crisi. La sua strategia è chiara. Rinviare le dimissioni di Monti dopo averle provocate, e occupare le televisioni: «La rimonta del Pdl - dice - dipende dalla quantità di ore che avrò a disposizione in tv».

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