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Pescara, 19/12/2025
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Data: 20/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Napolitano: bene le elezioni il 24 febbraio

ROMA Le elezioni politiche avranno luogo, con ogni probabilità, il 24 febbraio prossimo. C’è il sigillo di Giorgio Napolitano che - fa sapere in una nota - la ritiene «la data più idonea», dopo aver ricevuto una lettera del ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, in cui si spiegava che «pur essendo la macchina organizzativa pronta per lo scioglimento delle elezioni il 17 febbraio» forse sarebbe stato preferibile spostarle di una settimana per rendere più agevole la procedura. Il capo dello Stato - che, secondo il dettato costituzionale, ha la prerogativa esclusiva di indire le elezioni politiche - ha raccolto l’invito, prendendo atto delle valutazioni del ministro degli Interni «sulla complessità e delicatezza degli adempimenti tecnici connessi al voto degli italiani all’estero». E’ dunque un motivo tecnico ma di alto significato, cioè il problema dei tempi necessari per assicurare il diritto di voto dei nostri connazionali all’estero, che ha indotto il Colle ad accettare la proposta governativa per un leggero spostamento di data. E sulla data del 24 febbraio prossimo convengono il Pdl e il Pd. Dunque, il tormentone dovrebbe essere all’epilogo.
L’ALTOLÀ

Ma resta ferma la volontà del capo dello Stato di non assecondare ulteriori tattiche dilatorie né di accettare rinvii che possano favorire una campagna elettorale troppo lunga. Su questo punto Napolitano è stato chiarissimo e non a caso ieri mattina il Quirinale ha voluto replicare implicitamente, con una nota, alle affermazioni di Silvio Berlusconi a «Porta a porta» secondo il quale non bisognava avere «fretta» e compiere «forzature» nell’indicare la data del voto. Un tentativo di allungare i tempi della campagna elettorale (magari di due-tre settimane)? Sta di fatto che il Colle ha voluto precisare che «le ipotesi sulla data del voto non sono dettate da alcuna forzatura o frettolosità» e ha ricordato che era stato proprio il capo dello Stato ad auspicare che le elezioni si svolgessero alla scadenza naturale della legislatura, cioè entro la metà di aprile.Questo non è stato possibile - ricorda la nota del Quirinale - per i «noti fatti politici». Ora c’è in ballo il sì delle Camere alla Legge di Stabilità che deve essere approvata entro il 31 dicembre prossimo. La discussione in aula era stata messa in calendario per il 18 dicembre - ricorda il Colle - ma già si sono registrati ritardi. Che si vuole fare, dove si vuole arrivare? Alla sua approvazione il premier Monti ha condizionato le «irrevocabili dimissioni». Quindi ammonisce Napolitano: «E’ interesse del Paese evitare un prolungamento di siffatta condizione d’incertezza istituzionale».
IL PRESSING

Né manca un ulteriore pressing: «E’ interesse del Paese che non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale». Ora si spera che - superato il problema della data elettorale - tutti i partiti collaborino per una rapida conclusione della legislatura. La «road map» prevede il sì delle Camere alla Legge di Stabilità entro la fine della settimana. Quindi Monti salirà sul Colle per dimettersi. Subito dopo Napolitano farà rapide consultazioni (forse domenica) e quindi firmerà il decreto di scioglimento. Se - come tutto lascia presumere - si voterà il 24 febbraio, il nuovo governo potrà insediarsi nella seconda metà di marzo. Non ci sarà alcun ingorgo istituzionale. Sarà Giorgio Napolitano a incaricare il nuovo premier, come ha anticipato due giorni fa.

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