Parlare di rilancio del turismo con gli impianti del Gran Sasso ancora chiusi è sembrata una provocazione agli operatori del Gran Sasso che ieri mattina hanno inscenato una protesta all’auditorium Sericchi alla presenza di illustri ospiti quali il presidente della società Geografica, Walter Salvatori e Serena Riglietti, illustratrice di Harry Potter. In apertura dei lavori il consigliere comunale Vincenzo Vittorini ha chiesto di rinviare la riunione a dopo l’apertura della stagione sciistica sul Gran Sasso. Questa è stata la miccia del caos. In un secondo altri consiglieri, fra cui Angelo Mancini ed Ettore Di Cesare, hanno sfoderato dei cartelli di protesta con la scritta «impianti chiusi, vergogna». Una doccia fredda per l’assessore al turismo, Lelio De Santis, per il quale la mossa sembra assumere anche un significato politico, la dichiarazione di guerra da parte dell’altra metà dell’Idv, quella di Mancini. Il sindaco, visto il caos, ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Subito si sono dileguati gli operatori e i consiglieri contestatori gridando. Prima della contestazione Cialente è tornato a parlare di Gran Sasso: non ha azzardato una nuova data di apertura, ha semplicemente spiegato che domani torneranno gli ispettori dell’Ustif: «Sul Gran Sasso investiremo 23 milioni di euro di soldi pubblici». Ci sono in ballo insomma grandi cose, ma il problema è aprire. E Comola? «Purtroppo era lui di guardia al barile», ha tagliato corto. Per Giorgio De Matteis «la lettera aperta scritta da Comola a Cialente, è grave, inquietante e merita un’attenzione che non può essere più soltanto del consiglio comunale». Ma per De Matteis, l’aspetto più grave delle parole di Comola è quello relativo alle procedure di revisione degli impianti: «Comola afferma con chiarezza che il soggetto incaricato per la revisione delle Fontari è stato scelto direttamente da Cialente. Si tratta della ditta Lallini, che poi di fatto, con la sua attività, ha impedito l’apertura della stazione turistica. Come è possibile che sia stato il sindaco a scegliere una ditta, quando si dovrebbe provvedere con una gara pubblica?». «C’è poi l’aspetto legato ai tentativi del primo cittadino di addossare le responsabilità ai capiservizio, rei a suo dire, di avere gestito male la sicurezza e la revisione degli impianti. Viene inoltre da chiedersi il perché della frase ironica con cui Comola chiude la sua lettera, quando cioè invita il sindaco a restituire agli aquilani il Municipio. Ma quella di Comola non è una nomina fiduciaria di Cialente?». Intanto dalla conferenza sul turismo è emersa la proposta della nascita di un Consorzio unico di operatori turistici privati e pubblici della montagna.