Il sabotaggio e le polemiche. La metro si ferma, neanche il tempo di far evacuare treni e stazioni che partono le dichiarazioni. Da una parte le spiegazioni, anche molto pesanti di Atac, dall’altra le accuse dell’opposizione all’amministrazione capitolina. L’ennesima giornata nera del trasporto pubblico di Roma è culminata con l’intervento di Alemanno nell’aula Giulio Cesare, fortemente sollecitato dal centrosinistra: «C’è stato un salto di livello. Il fatto che uno degli interruttori avesse i cavi tranciati fa pensare o a un atto vandalico di notevole entità o a disservizi che possono avere radici di disaffezione». Poco prima le parole erano state più esplicite: «C’è chiaramente qualcuno che sta giocando sulla metro per screditare la nostra città e deve essere individuato. Mi auguro che la Procura, con l’aiuto di Atac possa trovarli anche grazie ai filmati delle telecamere». Il sindaco in aula ha avvertito il management: «Appena ci saranno dei riscontri porterò qui i vertici dell’azienda per una relazione sui disservizi e per aprire un dibattito dettagliato».
Il dibattito dettagliato in realtà è già partito. Non sono neanche le 10 quando Atac diffonde il primo comunicato in cui si parla di «grave atto di vandalismo» avvenuto a Termini, per il quale «è stata già presentata una denuncia alle forze dell’ordine». Passa meno di un’ora e arriva il secondo bollettino: «Si sospetta che un atto vandalico analogo a quello di Termini sia stato compiuto anche nella stazione di Eur Fermi».
IL CAPO SUL TRAM
Dopo pochi minuti nella sede di via Prenestina incontriamo Roberto Diacetti, che sale su un tram per presentare un rapporto sul progetto di assistenza e controllo. Ovvio che, con i passeggeri appena evacuati, il discorso viri sui guasti della metro e sui sospetti contenuti nei comunicati, «è una giornata poco fortunata» ammette. L’obiettivo è cercare di non fare allarmismo: «Non mi attribuite la parola sabotaggio, non l’ho mai pronunciata e io non cerco alibi. Quello che è certo è che non si tratta dell’opera di un ragazzino in vena di goliardia, questi guasti non sono attribuibili a problemi». Ormai il meccanismo si è innescato e la «prudenza», che Diacetti va predicando a bordo del tram con giornalisti e altri dirigenti non sembra prevalere. Specie quando l’ad tira fuori la foto che testimonierebbe che la metro è stata bloccata da una mano nemica. A bordo del tram sale anche Antonello Aurigemma, assessore alla mobilità: «Neanche noi cerchiamo alibi. Il Comune si costituirà parte civile».
Al di là del caos di ieri mattina, Atac insiste: il grande problema è la manutenzione e gli scarsi fondi che le sono destinati. Diacetti ha presentato un documento che stima con esattezza il cosiddetto gap manutentivo delle metropolitane. Nei prossimi 90 giorni l'azienda stanzierà un milione e 800 mila euro per le linee aeree della A, della B e quelle in concessione. Ma il gap infrastrutturale totale è di 244 milioni e si spera di recuperarne 80 dal bilancio comunale. C'è uno stanziamento del Comune previsto di 40 milioni nel 2012 e 40 nel 2014.
L’opposizione parte all’attacco, da una parte si accusa il sindaco e la sua gestione del trasporto pubblico, dall’altra si avanzano dei dubbi sulla versione del sabotaggio. Il capogruppo Pd al Campidoglio Umberto Marroni usa entrambe gli argomenti: «Solo oggi il primo cittadino è venuto a riferire sull’emergenza trasporti. È inquietante poi che il sindaco di Roma venga in aula a dire che ci sia il rischio di sabotatori, lanciando un'allarme grave, e al contempo affermi che non vi sono rischi per l'incolumità».
BOTTA E RISPOSTA
«Visto che la metro è ferma ogni giorno - attacca il segretario romano Pd Marco Miccoli - i presunti sabotatori sono autentici stakanovisti, che lavorano giorno e notte, affinché al sindaco non venga addebitata alcuna responsabilità». Replica, il presidente della Commissione Mobilità Roberto Cantiani: «Nemmeno nel periodo natalizio cessano i pretestuosi attacchi al Sindaco».
L’Atac: «Siamo sotto attacco»
Ma la procura prende tempo
L’INCHIESTA
ROMA Il primo gesto, quello dal quale almeno sulla Metro B è partita una piccola fine di mondo in stile Maya, è stato intenzionale. Poco prima delle 9.30 di mattina, qualcuno sulla banchina della fermata Termini (in corrispondenza della stazione centrale) ha premuto senza motivo il pulsante di emergenza a disposizione degli utenti. Di più: l’ignoto avrebbe addirittura tagliato i fili dietro al pulsante per distruggerlo del tutto, come si vede nella foto che l’ad di Atac, Diacetti, ha mostrato quasi in tempo reale in conferenza stampa. Il risultato è quello che prevede il protocollo di emergenza: linea completamente disattivata con ordine di evacuazione per tutti i passeggeri, a partire dalla stazione Tiburtina. Da questo momento in poi, la ricostruzione delle ore successive cambia a secondo dell’interlocutore.
LA RICOSTRUZIONE
La voce ufficiale di Atac, accreditata sempre da Diacetti che ha parlato di «sabotaggio», racconta un evento analogo al primo e quasi contemporaneo. Mentre il centro posizionato alla fermata Garbatella cercava di forzare l’alimentazione della linea per far ripartire i 27 treni bloccati da una parte all’altra della città, qualcuno avrebbe premuto un altro pulsante di emergenza, stavolta dalle parti di Eur Fermi. Risultato: il contrasto tra chi alzava la tensione elettrica per far ripartire tutto e il nuovo blocco ha danneggiato il cavo che trasporta la corrente elettrica. Tutto bloccato da Eur a Castro Pretorio fino all’ora di pranzo. Alcune fonti interne all’azienda, però, raccontano una storia parzialmente diversa. Prima di tutto sul secondo guasto. «Il pulsante trovato premuto dalle parti di Eur Fermi è vecchio - chiarisce Marco Capparelli, responsabile di Atac per la Filt Cgil - la verità è che la linea avrebbe bisogno di una manutenzione costante e che solo recentemente siamo tornati ai controlli giornalieri». Anche il primo pulsante, quello di Termini, sarebbe stato semplicemente premuto mentre i cavi tagliati erano vecchi e da tempo scollegati dalla rete. Ipotesi diverse, che portano a differenti interpretazioni. Atac ha parlato esplicitamente di sabotaggio, spiegando che stavolta la colpa del disservizio non è dell’azienda. Ha fatto sapere di aver presentato tempestivamente un esposto in procura e che le indagini interne saranno rapidissime: ieri sera sono state controllate le telecamere di sorveglianza per estrarre le immagini da mandare ai pm. E durante la scorsa notte, dopo le 23, è stata organizzata una sorta di ronda su tutta la linea B per controllare punto per punto quali «pulsanti» siano in funzione e quali no. La scorsa settimana, poi, era già stata avviata una indagine interna sull’ipotesi che guasti e blocchi fossero parte di un’unica strategia di sabotaggio.
IL FASCICOLO
Al momento, la procura di Roma resta a guardare. L’esposto di Atac è stato inserito nel fascicolo per interruzione di pubblico servizio che già la scorsa settimana era stato aperto dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari a proposito dei furti di rame. E né polizia né carabinieri sono stati delegati a partecipare ai controlli interni di Atac, finché non sarà l’azienda a fornire elementi più precisi sull’accaduto e sulle indagini interne. Solo a quel punto si faranno nuove ipotesi investigative. Se fosse davvero un sabotaggio, i reati ipotizzati potrebbero diventare più gravi.