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Data: 23/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sciolte le camere - Napolitano scioglie. Urne il 24 febbraio «Riferirò a Monti i timori dei partiti»

Consultazioni-lampo. Il Pdl: il professore resti neutrale
Il Pd lo ringrazia. Il capo dello Stato: ora campagna con misura

ROMA Consultazioni-lampo, Camere sciolte, si vota il 24 febbraio. «La strada era segnata», spiega Giorgio Napolitano nel tradizionale incontro con i giornalisti davanti allo studio alla Vetrata del Quirinale, dopo che il Segretario generale Donato Marra ha letto la formula di rito secondo cui il capo dello Stato «dopo aver sentito il parere dei Presidenti delle Camere, ai sensi dell’art.88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimenti di Senato e Camera dei deputati». Napolitano risponde di buon grado alle domande al termine delle consultazioni con i tutti i gruppi parlamentari e dei colloqui con Schifani e Fini. A chi gli chiede un commento sui timori di alcuni gruppi (ad esempio, il Pdl) sull’imparzialità di Mario Monti qualora dovesse scendere in campo, risponde seccamente: «Ho preso nota di questa preoccupazione e la trasmetterò al Presidente del Consiglio». Il che lascia intendere che neanche il Colle è ancora a conoscenza della scelta definitiva del Professore («Deciderà in assoluta autonomia», avrebbe detto Napolitano durante i colloqui); anche se è scontato che sarà comunque Monti a guidare il governo fino alle elezioni.
APPELLO ALLA SOBRIETÀ

Quanto alla campagna elettorale, il capo dello Stato rinnova l’auspicio che «essa sia condotta con il massimo della misura, con lo spirito competitivo, ma costruttivo che la situazione esige». Insomma: niente scontri all’arma bianca tra i candidati. E alla domanda se ritenga che vi siano stati equità e rigore nell’azione del governo Monti, Napolitano replica prontamente: «Non dò giudizi di questa natura. Ho via via valorizzato gli effetti che hanno avuto le decisioni in chiave di credibilità e autorevolezza del Paese in Europa e nei fori internazionali». E soggiunge: «Spetta alle forze politiche decidere se a loro avviso sia da dare un giudizio di piena soddisfazione per un aspetto o per l’altro dell’azione del governo Monti».Nel sua dichiarazione introduttiva, Napolitano ripercorre rapidamente le tappe che hanno reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere;sin dal 7 dicembre scorso, quando il segretario del Pdl, Alfano, aveva comunicato la decisione del suo partito di considerare chiusa l’esperienza del governo Monti e aveva reso formale e pubblica tale decisione alla Camera, e a sua volta il premier Monti ne aveva tratto la conseguenza di dimissioni «irrevocabili» dopo l’approvazione della Legge di stabilità.
STRADA SEGNATA

«La strada era segnata ed è stata percorsa anche con eccezionale impegno dalle due Assemblee», sottolinea Napolitano che spiega: «Non esisteva alcuno spazio per sviluppi in sede parlamentare». Insomma: non c’era alcun margine. Da un lato - ricorda Napolitano - bisognava approvare in tempi ristretti la Legge di stabilità ed evitare l’esercizio provvisorio e dall’altra ci avviavamo alla datà di metà febbraio per lo scioglimento inevitabile della legislatura alla scadenza naturale dei cinque anni. Dunque: era un percorso prefissato che «non ha avuto alcuna ombra da chiarire». Né Napolitano torna sulle considerazioni sulla conclusione «brusca» della legislatura. Sull’epilogo tutti i gruppi parlamentari succedutisi ieri mattina rapidamente sul Colle si sono detti d’accordo. Anche se ciascuno ha voluto sottolineare qualche aspetto particolare. Il Pdl chiedendo a Napolitano che il governo tecnico di Mario Monti mantenga un profilo di terzietà e di neutralità anche in questa fase di transizione; mentre i capigruppo del Pd, Finocchiaro e Franceschini, ringraziano Monti ricordando che il loro partito «è stato leale all’esecutivo fino all’ultimo giorno» e auspicano «politiche progressiste e riformiste».

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