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Data: 23/12/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pd sceglie i suoi 10 nomi a Teramo. I renziani dicono addio

Da Melarangelo a De Sanctis e Di Pasquale, ecco chi aspira alla poltrona romana Ma Di Marco lancia un siluro: «E’ una messa in scena per conservare il potere»

TERAMO Non ci saranno i renziani. E' il colpo di scena regalato dall'ultimo giorno utile per la presentazione delle candidature alle primarie parlamentari del Pd. Ieri alle 20 è scaduto il termine per la raccolta delle 106 firme necessarie agli aspiranti a un posto in lista per la consultazione del 29 dicembre. La direzione provinciale del partito oggi alle 16 verificherà il rispetto dei requisiti richiesti e ufficializzerà le otto candidature: quattro maschili e altrettante femminili. I fuochi d'artificio, però, si sono visti nel pomeriggio di ieri. Fuori i renziani. L'area del Pd che fa capo a Matteo Renzi non presenterà alcun aspirante parlamentare. Nel corso di una riunione tenuta nella mattinata ha prevalso la linea dell'astensione. Vincenzo Di Marco, sindaco di Castellalto e coordinatore provinciale dei comitati renziani, definisce le primarie «una tragica messa in scena diretta alla conservazione del potere con metodi solo all’apparenza democratici». Contestate in particolare le tre candidature imposte in Abruzzo da Pier Luigi Bersani che nella lista lascerebbero spazio solo all'apparato e ai «signori delle tessere, in barba al merito e ai contenuti politici e programmatici». Esce di scena, dunque, il sindaco di Pineto Luciano Monticelli che venerdì aveva ottenuto dalla direzione nazionale la deroga per partecipare alla consultazione. «Gli abbiamo proposto d'impegnarsi insieme a tutto il movimento», spiega Di Marco, «nelle primarie per il candidato presidente della Regione». Il coordinatore fa gli auguri a Manola Di Pasquale, definendola "amica" e indicandola così come destinataria dei voti renziani. Donne in campo. Nessuna defezione o aggiunta, rispetto alle previsioni, per quanto riguarda le candidature femminili. In cinque si contenderanno i quatto posti disponibili per il 29 dicembre. Hanno raggiunto il quorum di firme richiesto le teramane Manola Di Pasquale e Ilaria De Sanctis, rispettivamente presidente regionale e comunale del partito, la vibratiana Stefania Ferri, presidente provinciale, nonché le rosetane Raffaella D'Elpidio, consigliere comunale, e Rosaria Ciancaione. Un uomo in più. I tatticismi dei giorni scorsi sono culminati in un ridimensionamento numerico delle candidature maschili. Alle 20 di ieri si sono presentati ai blocchi di partenza in cinque, uno in più di quelli che servono per la lista. Oltre al deputato uscente Tommaso Ginoble, candidato di diritto alle primarie, fanno parte del lotto degli aspiranti parlamentari l'ex assessore regionale Marco Verticelli, il teramano Alberto Melarangelo, segretario e consigliere comunale, e il bellantese Renzo Di Sabatino, capogruppo in Provincia. E' sfumata nel giro di 24 ore, invece, l'ipotesi di candidatura dell'ex sindaco di Roseto Franco Di Bonaventura. C'è il "senatore". A loro si è aggiunto in extremis Antonio Topitti. La sua è stata un'autentica corsa contro il tempo per la raccolta delle firme. L'ex consigliere provinciale aveva avviato la sua campagna all'insegna dello slogan scherzoso: "Il popolo lo vuole, Topitti senatore". Il suo programma elettorale era pronto e spaziava dalle riforme costituzionali alle opere da realizzare sul territorio ma ha rischiato di non farcela. «I moduli per le sottoscrizioni mi sono stati consegnati giovedì», afferma, «con soli tre giorni di tempo sembrava impossibile raggiungere il quorum». Topitti ora chiede ai candidati che "avevano le firme nel cassetto" di far conoscere i loro programmi. No ai due euro. Si è ritirato dalla corsa anche Mahmuod Tosson. Il rappresentante vibratiano del Pd polemizza con la richiesta del contributo economico agli elettori. «C'è gente in difficoltà a comprare il latte e si chiedono altri due euro per votare», scrive su Facebook, «ma voi siete fuori dalla realtà!».

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