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Pescara, 19/12/2025
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Data: 24/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grillo carica l’M5S «Svegli o ci fregano»

PESCARA Il Grillo show si apre subito alla maniera del comico genovese: «Il mio avvocato è in analisi. Mi ha detto, occhio che se sbagliate una sola parola siete fuori». La visita in Abruzzo del leader del Movimento 5 Stelle è questa: una battuta dietro l'altra, messe insieme dall'alto di un piccolo montacarichi sistemato in piazza Sacro Cuore, a Pescara, subito dopo la tappa di Vasto. C’è chi agita il vessillo del movimento, ma Grillo lo ferma subito: «Tu, tira giù quella bandiera. Si vede che sei un infiltrato del Pd. Noi non siamo qui per promuovere nessuno, per chiedere voti. Dobbiamo però raccogliere le firme per le candidature e fare in fretta». Qui torna il discorso sull'avvocato: «Ci stanno facendo delle robe che credevo impossibile. Hanno fatto le elezioni a febbraio, quando nevica e fa freddo, solo per fregarci. A L'Aquila sono persino senza riscaldamento. Perché lo fanno? Per rendere tutto più difficile. Noi facciamo la politica in piazza, loro vanno in televisione. Ecco perché dobbiamo accorciare i tempi per la raccolta delle firme».
MONTACARICHI
Il montacarichi continua ad oscillare come un ottovolante. Alla base ci sono i portavoce abruzzesi del movimento. C'è Gianluca Vacca, insegnante di lettere, che sarà capolista per la Camera dei deputati dopo aver vinto le primarie regionali. Ma non chiamateli onorevoli: «Siamo solo cittadini a 5 stelle». Al Senato la capolista sarà Enza Blundo, anche lei insegnante, già candidata a sindaco del M5S all'Aquila. Sempre che Grillo e i suoi riescano ad arrivarci alle urne, come spiega il comico: «I nostri emigranti all'estero cercano di contattare i Consolati ma non trovano nessuno, risponde solo la segreteria telefonica. Le firme vanno prima raccolte e poi vidimate. Forse abbiamo già superato il numero richiesto, forse no. L'avvocato mi ha spiegato che non si può superare il 10% di quelle richieste, né in più né in meno. Vi rendete conto che è una pazzia? E chi sbaglia è fuori. Dobbiamo avere anche uno statuto, una sede fisica, un capo politico del movimento, che sarei io. Poi mi danno del fascista. Insomma, vogliono farci fuori. Ma gli conviene andare al voto senza di noi?». No, urla la piazza: andremo fino a Roma! Lo show è finito, Grillo imbuca la porta del suo camper: «Dove siamo, in Puglia? Ho attraversato sei regioni in sei ore, non ci capisco più nulla».

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