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Pescara, 19/12/2025
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Data: 27/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme precari, a fine anno 500 mila rischiano il posto I dati Cgil: il 31 dicembre scade il 70% dei contratti a termine. E la rigidità delle nuove regole disincentiva le proroghe

ROMA Se davvero accadrà, sarà la dimostrazione che anche le più belle e interessanti teorie quando si vanno a scontrare con la realtà possono diventare un disastro. Tra pochi giorni, con la fine dell’anno, tantissimi lavoratori precari potrebbero ritrovarsi in mano una bella lettera di ringraziamenti e addio da parte dell’azienda dove da anni lavorano con contratti a termine. A rischio sono quasi mezzo milione di persone. Nel privato, ma anche nel pubblico, nonostante in quest’ultimo caso sia stata decisa la possibilità (quindi non l’obbligo) di proroga fino al luglio del 2013. È la Cgil a lanciare l’allarme, in seguito alle numerose segnalazioni che sta ricevendo da lavoratori disperati.
Il motivo di questo enorme licenziamento di massa? Le norme della riforma Fornero del mercato del lavoro che, dietro il principio ”lotta alla precarietà cattiva”, hanno introdotto paletti e vincoli alla flessibilità in entrata, con sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che abusano di queste forme contrattuali (si può arrivare fino alla trasformazione automatica del rapporto da precario a stabile). L’obiettivo teorico dichiarato era quello di tutelare il lavoratore. Il risultato pratico è che l’azienda - pur di evitare rischi e anche l’aumento dell’aliquota contributiva prevista per le collaborazioni - non rinnova il contratto di lavoro. Ovviamente il tutto è esasperato dalla perdurante crisi.
RINNOVI A RISCHIO

«La nostra è una prima valutazione ma l’allarme è serio» avverte il segretario generale del Nidil Cgil, Filomena Trizio. Complessivamente i contratti a progetto - stima il sindacato - sono 700.000, il 60-70% scadranno il 31 dicembre e sono considerati a rischio. Secondo la Cgil è necessario «aprire dei tavoli contrattuali per valutare concretamente le varie posizioni e per adottare insieme le soluzioni più idonee». «L’allarme della Cgil sui precari va ascoltato. Il nuovo governo dovrà avere come punti fondamentali della sua azione la correzione delle riforme delle pensioni e del mercato del lavoro per evitare una crescita della disoccupazione» dice Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro durante il governo Prodi.
Tra i settori più a rischio c’è quello dei precari nella sanità. Tra medici, infermieri e operatori sanitari in ambulatori pubblici e ospedali, circa 30.000, hanno un contratto a tempo determinato. Per molti ci sarà la proroga fino a luglio, ma poi il problema si riproporrà.
I GIOVANI E LA CRISI

Intanto da una analisi di Datagiovani di Padova emerge che i giovani neoassunti del 2012 sono più precari, più sovraistruiti rispetto all’impiego che vanno a svolgere e lavorano di più in orari scomodi (sera o notte), come il sabato e il weekend. Insomma, decisamente poco ”choosy” per citare una infelice definizione del ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Dai dati risulta che questi giovani un lavoro, ancorché precario, lo prenderebbero al volo. Ma trovarlo è sempre più difficile. Nel primo semestre 2012 ci sono riusciti in 355.00, il 20% in meno (80.000) rispetto allo stesso periodo del 2007, l’anno prima che scoppiasse la crisi economica.

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