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Data: 27/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nel 2013 più cari francobolli e canone Rai. La lettera aumenta da 60 a 70 centesimi. Per la tv 1,5 euro in più

ROMA Il 2013 deve ancora iniziare, ma si presenta già come un anno di rincari. Almeno per chi deve spedire una lettera e chi paga il canone Rai. Già, perchè a partire da gennaio se spedire una raccomandata costerà 30 centesimi in più (3,60 euro) per inviare una lettera si dovranno aggiungere 10 centesimi (da 60 a 70 centesimi). Più caro anche l’invio di corrispondenze all’estero: fare arrivare una lettera in Europa o nel Bacino del Mediterraneo costerà almeno 85 centesimi contro gli attuali 75. E’ la delibera numero 640 di «Approvazione della manovra tariffaria di Poste Italiane» a dire che il ritocco interesserà varie voci del tariffario postale.
Per molti, che ormai preferiscono l’utilizzo delle email alla vecchia lettera da affidare al postini, si tratta solo di mettere agli atti una volta di più che utilizzare il pc può far risparmiare. Ma chi è affezionato alle vecchie lettere o per quanti la raccomandata è uno strumento quotidiano di lavoro 10 0 30 centesimi di rincaro non sono pochi.
Per saldare, invece, i conti con la Rai ci vorranno 1,50 euro in più (113,50 euro)all’anno, secondo quanto stabilirlo da un decreto del ministero dello Sviluppo Economico. C’è tempo fino al 31 gennaio per l’appuntamento con il pagamento del servizio pubblico. Il rinnovo degli abbonamenti tv ordinari può avvenire tramite il bollettino postale di c/c 3103 o attraverso l’utilizzo delle modalità di pagamento alternative. Chi, però, preferisce dividere il conto in più scadenze sono previste altre due alternative: due rate semestrali (importo euro 57,92) con scadenze il 31 gennaio e il 31 luglio oppure quattro rate trimestrali (importo euro 30,16) con scadenze 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio, 31 ottobre. Gli importi sono comprensivi della tassa di concessione governativa e dell'Iva al 4%, esclusa la tassa di versamento postale o le commissioni dovute per le altre modalità di pagamento.
Ad anticipare l’arrivo imminente di un «lieve incremento anno su anno dell’unica voce di ricavo» era stato il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, in occasione dell’approvazione del budget 2013 nel corso del cda del 19 dicembre. Una riunione in cui era emersa ancora una volta la necessità «di cercare di migliorare la capacità di riscossione e la riduzione del fenomeno dell’evasione». Il fenomeno riguarda oltre il 25% delle famiglie ed ammonta ogni anno a circa 500 milioni di euro. Ed è tra le priorità nell’agenda del direttore generale. Non a caso tra le misure da mettere in campo, la tv pubblica conta di poter accedere agli archivi dei clienti Sky: un modo per sapere chi paga l’abbonamento all’emettente satellitare e non il canone.
Del resto, il canone rappresenta una tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo. E dunque, se chi è abbonato a Sky possiede per forza di cose anche un apparecchio televisivo allora può essere più facile stanare gli evasori.Questo il ragionamento alla base della richiesta, da parte della Rai all’Agenzia delle Entrate, per ottenere i dati dei 5 milioni di abbonati Sky in Italia: dati che verranno incrociati per stabilire chi, tra questi, evade.
Altra mossa del nuovo management Rai è conoscere gli acquirenti dei nuovi apparecchi televisivi, essendo il canone una tassa legata al possesso come chiariscono gli spot antievasione trasmessi dalla Rai. Secondo un’analisi condotta da Krls Network of Businness Ethics sembra infatti che il canone Rai sia la tassa più evasa dagli italiani con punte che raggiungono l’87% in alcune regioni del Sud d’Italia. Un dato in forte ascesa che solo nel 2005 si attestava al 22% e nel corso degli anni è salito vertiginosamente fino a diventare un vero problema per le casse dell’azienda: alla fine del 2011, secondo i dati ufficiali Rai, l’evasione è arrivata al 27%.
Eppure l’Aduc non ci sta. «E’ sintomatico che nel 2013 si debba ancora pagare l’imposta per il possesso di un apparecchio televisivo», protesta in una nota di Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori. «Sintomatico», aggiunge, «di un sistema economico, fiscale e amministrativo basato su arroganza, falsità e corporazioni. Lo specchio di questo è lo spot pubblicitario che inonda i canali Rai in queste settimane: oltre ad essere stupido è anche un insulto all’intelligenza media di un qualsivoglia contribuente». E ancora sollecita l’Aduc: «Occorre che ci debba essere il sostituto d’imposta a cui è delegata la raccolta, come le tanto amate società di recupero crediti da cui, non a caso, la Rai ha appreso metodo e sistema»

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