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Pescara, 19/12/2025
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27/12/2012
Il Centro
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Gran Sasso, scatta la protesta. Striscioni degli albergatori contro Cialente, oggi nuovo sopralluogo dell’Ustif alle Fontari |
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L’AQUILA Alberghi semivuoti ed esplode la protesta degli albergatori e degli operatori turistici del Gran Sasso, dove gli impianti sciistici sono ancora desolatamente chiusi. Un Natale da dimenticare per gli albergatori che ieri hanno “addobbato” l’area di Fonte Cerreto con striscioni tutti dello stesso tenore. Un attacco diretto al sindaco Massimo Cialente e al consiglio di amministrazione del Centro turistico per i «colpevoli ritardi» nella revisione della seggiovia delle Fontari. Lavori che attendono ancora il nulla osta dei tecnici dell’Ustif che questa mattina, condizioni meteorologiche permettendo, torneranno ancora una volta, la terza nell’arco di pochi giorni, a Campo Imperatore. Se tutto andrà bene, gli impianti potranno aprire domani. Almeno così spera l’assessore comunale Lelio De Santis che, però, ha ribadito «la necessità di un progetto di rilancio per il Gran Sasso, partendo dalla privatizzazione. C’è bisogno di un progetto complessivo per non ritrovarsi ogni anno a fare le cose all’ultimo momento. E la strada è quella dell’investimento e poi della privatizzazione». Ma intanto ieri per gli albergatori, alle prese con le tante prenotazioni cancellate, è stato il giorno della protesta. «Cialente & Lallini spa»; «Sindaco go home» e ancora «Cialente questo è solo l'inizio, mo’ basta». Questi sono solo alcuni degli striscioni dedicati al primo cittadino, additato come il responsabile numero uno del naufragio della stagione turistica. Infatti, per gli operatori del Gran Sasso la responsabilità della mancata apertura degli impianti in tempo per le festività natalizie, il periodo in cui si lavora di più, «è solo di Cialente». La stagione è praticamente persa per gli operatori che si preparano a promuovere una class action per ottenere il risarcimento dei danni. «Cialente ha ucciso la nostra montagna», ha detto l'imprenditrice Ada Fiordigigli, vicepresidente dell'associazione Gran Sasso360. «Per quale motivo i turisti dovrebbero venire qui se non possono sciare? La stagione ormai è andata. Un danno incalcolabile per tutti noi che abbiamo deciso, nonostante il terremoto, di non mollare. Ma in queste condizioni è impossibile andare avanti». Sin qui gli operatori. Ma a rendere ancora più incandescente la situazione c’è anche la posizione assunta dall’ormai ex presidente del cda del Centro turistico Alessandro Comola che, nonostante la sfiducia, di lasciare non vuole proprio saperne. Anzi nel giorno di Natale, Comola ha inviato una raccomandata al sindaco, in cui rileva «una palese violazione delle disposizioni di legge e dello statuto nella convocazione dell’assemblea dei soci». Nella lettera Comola ha quindi sottolineato «la necessità di procedere a una nuova convocazione», e invitato il sindaco e il cda «a ponderare i profili di responsabilità e le conseguenze che deriverebbero al Ctgs da una poco meditata scelta gestionale».
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