Una giunta fiume quella che si è svolta ieri in Regione che era chiamata a prendere una decisione sulla posizione del direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi. Decisione che è arrivata intorno alle 20.30. Anzi non decisione. Varrassi resta in sella alla Asl. Almeno per un mese. Poi deciderà l’Avvocatura dello Stato a cui la Regione ha posto il quesito. Una scelta necessaria dopo che gli uffici della regione avevano espresso parere positivo alla risoluzione del contratto. Parere in netto contrasto con quello del professor Federico Tedeschini, consulente che ha messo in evidenza i rischi di risarcimenti a cui la Regione si sarebbe esposta. Per il cassazionista meglio procedere con cautela. La giunta presenterà subito il quesito con la speranza che, in un modo o nell’altro, tutto si risolva entro la fine del mese di gennaio. Per Varrassi rimane la sensazione di instabilità nella consapevolezza di non essere gradito. La delibera con cui la giunta regionale aveva rivisto la conferma per altri 18 mesi del manager Asl era stata approvata all’unanimità il 29 ottobre. Gli assessori regionali avevano preso la decisione dopo aver ascoltato la relazione del settore sanità della Regione sui primi diciotto mesi di direzione del manager aquilano, soprattutto alla luce delle inchieste della Procura teramana. Così gli assessori hanno deciso di avviare l’iter di rescissione del contratto. Dopo la delibera di giunta è stato richiesto a Varrassi di presentare delle controdeduzioni che il direttore generale ha presentato a inizio dicembre. Dirigenti e giunta hanno analizzato le controdeduzioni per arrivare alla decisione di ieri sera. La revoca dell’incarico a Varrassi è arrivata dopo l’acquisizione degli atti di indagine presso la Procura di Teramo che riguardano il manager, a distanza di pochi giorni dal sequestro del reparto di fecondazione assistita dell’ospedale Mazzini di Teramo e a pochi mesi dai tre avvisi di garanzia giunti nell’ufficio dello stesso direttore generale. La Procura aveva chiesto anche il suo arresto, bocciato sia dal gip che dal tribunale del Riesame. Solo qualche mese fa, ad agosto il presidente Gianni Chiodi aveva rinnovato fiducia al direttore generale della Asl di Teramo per poi cambiare opinione sulla strada da intraprendere. Due delle inchieste della Procura della Repubblica di Teramo sull’attuale gestione della Asl di Teramo sono state chiuse all’inizio di dicembre. Si tratta di quella sull’utilizzo indebito dell’auto blu da parte del manager e di quella sugli ingiusti vantaggi che sarebbero stati dati all’urologo ed ex assessore comunale del Pdl Corrado Robimarga. Il pm Davide Rosati ha inviato un unico avviso di conclusione delle indagini al direttore generale Giustino Varrassi e ad altri sette indagati: sei dirigenti della Asl e l’autista dell’azienda sanitaria. Varrassi, però non vuole mollare la poltrona.