ROMA La politica esce dalla quarantena e affila le armi. Le elezioni del 24-25 febbraio sono vicinissime, alle porte le scadenze per la presentazione di simboli e liste. Ma soprattutto, rispetto all’ultimo ventennio, non assisteremo più allo scontro sinistra-destra che per lunghi anni è stato Prodi contro Berlusconi. Il Cavaliere c’è ancora, ma ha in Monti un avversario in più che minaccia di pescare a piene mani proprio nel suo bacino elettorale. Pd e Sel, al momento confortati dai sondaggi, correranno insieme, e poi ci saranno gli «antisistema», in cui possiamo includere, oltre al Movimento 5 Stelle, anche le liste di sinistra che si riuniranno intorno a Ingroia. Rispetto alle elezioni del 2008 saranno numerose (oltre 20) le liste «debuttanti», soprattutto alla Camera. Le scadenze. Entro il 13 gennaio dovranno essere presentati i simboli e i programmi dei partiti. Il 21 gennaio è la data della «lenzuolata» dei candidati, la scadenza per le liste. E il 24-25 febbraio urne aperte. A sinistra. Pd e Sel correranno assieme per Bersani leader dopo le primarie vinte con Renzi. Il segretario del Pd sta cercando di rinnovare il partito, riuscendoci, grazie alle primarie per le candidature, che metteranno in pista moltissimi giovani e un gran numero di donne. E scegliendo nella società civile per quella parte di candidature (il 10%) da inserire nel listino bloccato. Dopo Mucchetti, ieri è stato ingaggiato l’economista Carlo Dell’Aringa, un anno fa molto vicino ad essere cooptato da Monti nel governo dei tecnici. Sinistra ecologia e libertà cercherà di pescare a sinistra, con Vendola che scalda i muscoli per un’altra performance tipo regionali pugliesi. La terza gamba del centrosinistra è il Centro democratico dell’ex Udc Bruno Tabacci e dell’ex Idv Massimo Donadi. Pur essendo nato da poche settimane, il Centro democratico, con il suo simbolo («Diritti e libertà») conta già su quasi 2mila amministratori locali. Al centro. Il premier Mario Monti sta cercando di radunare intorno alla sua Agenda di governo il centro, non solo cattolico, sperando che non si tratti di un «centrino» come va ripetendo da giorni Berlusconi. Con la Lista Monti, ci saranno l’Udc di Casini, Futuro e libertà di Fini, Verso la Terza Repubblica di Montezemolo. Più liste alla Camera, una unica al Senato, con la campagna acquisti del Professore in pieno svolgimento. Altro alleato su cui potrà contare Monti è l’ex presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai, che sta radunando intorno a sé numerosi movimenti altoatesini. Svp escluso che va a sinistra. Ed è di ieri la scelta di candidarsi di Oscar Giannino col suo movimento “Fare per fermare il declino”, ma non con Monti (almeno per ora). Centrodestra. Magmatica la situazione del centrodestra, dove Berlusconi da una parte cerca di arginare Monti, dall’altra insegue la nuova alleanza con la Lega, la cui base è però riluttante a un tuffo nel passato. Di certo c’è il movimento “Fratelli d’Italia” creato da Guido Crosetto e Giorgia Meloni, con La Russa che si è aggregato lasciando il Pdl. E poi la Destra di Storace. Gli antisistema. Grillo, leader del movimento 5 Stelle, rifiuta qualsiasi apparentamento malgrado le avances di Ingroia che anche ieri gli ha scritto dalle colonne de “Il Fatto”: chiedendo di non dividersi perché «molte battaglie tue sono le nostre, molti punti programmatici nostri sono i tuoi». Con l’ex magistrato ci sono Prc, Pdci, Verdi, Arancioni di De Magistris e quel che resta dell’Idv, senza il suo simbolo.