Tre strutture pubbliche con altrettanti consigli che ci costano 800 mila euro ogni anno
Tempo scaduto per la fusione delle aziende del trasporto pubblico locale. Tante promesse, numerosi rinvii e un nulla di fatto avvolto in un silenzio assordante. La giunta Chiodi, già negli ultimi mesi del 2011, indicò nel 30 giugno del 2012 la data per la costituzione dell'azienda unica dei trasporti. I tempi non sono stati rispettati, ma l'assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra, non ha mai mollato la presa e ha continuato ad affermare che il provvedimento sarebbe approdato in Consiglio regionale entro la fine dello scorso anno. E invece il 2013 è iniziato e tutto è ancora fermo: Arpa, Gtm e Sangritana restano tre aziende pubbliche separate, nonostante operino nello stesso settore, su un territorio non particolarmente esteso e scarsamente popolato. Sono ancora in piedi i tre consigli d'amministrazione, composti da altrettanti presidenti e da altri 21 membri: una macchina burocratica che costa agli abruzzesi quasi 800 mila euro l'anno. La Regione, che per far quadrare i conti taglia servizi e posti di lavoro, sembra voler difendere con le unghie nomine e poltrone. I sindacati di categoria non ci stanno e attaccano. «Il governatore Chiodi ha bisogno di queste aziende come il pane - puntano il dito Franco Rolandi, Alessandro Di Naccio, Luciano Lizzi e Michele Giuliano, segretari regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Faisa Cisal e Ugl Trasporti - Non intende rinunciare all'opportunità di utilizzare le tre imprese pubbliche quale straordinario strumento per distribuire incarichi e poltrone». I sindacati fanno sapere di aver compiuto ogni sforzo nel tentativo di favorire la fusione, a partire dall'accordo sottoscritto con l'assessore Morra lo scorso 20 dicembre. «Un'intesa espressamente richiesta da Chiodi e risultata inutile - sottolineano i dirigenti sindacali - Pur di centrare l'obiettivo, abbiamo accettato che venisse esclusa ogni possibilità di armonizzare o allineare verso l'alto le retribuzioni dei lavoratori delle tre aziende». Cgil, Cisl, Cisal e Ugl assolvono soltanto l'assessore: «Morra è ormai rassegnato, ha cercato di barcamenarsi all’interno della Giunta nel tentativo di aggregare il necessario consenso attorno a un progetto che restituirebbe dignità ed efficienza al trasporto pubblico, ma i suoi tentativi non sono serviti a nulla». E in effetti l'assessore aveva puntato molto sulla riforma e con il passare dei mesi il suo disappunto è stato sempre più palpabile. Probabilmente anche il passaggio dal Pdl a La Destra, una scelta comunque coerente con la sua storia politica, è la cartina di tornasole dei malumori nei confronti della maggioranza. I sindacati non si danno per vinti e indicono una giornata di sciopero per l'11 gennaio. Fanno sapere che la mobilitazione straordinaria andrà avanti ad oltranza, fino a quando non verranno realizzate le riforme.