Il professore: tagliare le ali è una buona cosa. E attacca la «statura accademica» di Brunetta. La replica: tecnocrate autoritario
ROMA «Tagliare le ali estreme è una buona cosa», premette Mario Monti, ospite di Uno Mattina, in risposta a una domanda su un’eventuale alleanza postelettorale col Pd di Bersani. «Coloro che hanno impedito di andare avanti con le riforme - afferma il premier - sono stati Cgil e Fiom nel sindacato» e, tra i partiti, «Vendola, Fassina e molte posizioni nel Pdl che hanno impedito più liberalizzazioni nelle professioni». Il Professore, abbandonando gli abituali toni felpati per passare alle ruvidezze della campagna elettorale, punta dritto al bersaglio grosso, e a Pier Luigi Bersani - verso il quale conferma di avere «un’ottima considerazione» - ingiunge di «avere più coraggio e silenziare un po’ la parte conservatrice del suo movimento, se vuole avere un Pd e una sinistra che facciano veramente gli interessi dei lavoratori, creando nuove possibilità di lavoro». E poi, rivolgendosi direttamente al responsabile economia del Pd Stefano Fassina, che lo aveva accusato di essere a capo di una lista Rotary, ricorda di «aver sempre combattuto contro le lobby» e di essere conosciuto in Europa «per le cose fatte contro i potenti. A Fassina suggerisco quindi di aggiornare il suo pensiero un po’ troppo rotariano». Intenzionato comunque a non fare sconti, il premier, messo davanti all’eventualità di un Bersani che «vinca senza però convincere», laconicamente chiosa: «Spero che Bersani convinca ma non vinca».
BRUNETTA SETTARIO
Ma il peggio il Professore lo riserva al collega Brunetta che accusa di «portare il Pdl, con l’autorevolezza di un professore con una certa statura accademica, su posizioni estreme e settarie». Dentro il Pdl, aggiunge Monti, c’è molta vicinanza agli ordini professionali, ad esempio alle farmacie e alle lobby. Una vicinanza che in quest’anno di governo ha impedito di aumentare la concorrenza».
Per le rime la replica di Renato Brunetta: «Il professor Monti ha svelato la sua natura più profonda che è quella del tecnocrate autoritario, disinformato e pasticcione. Tutto mi divide sul piano dei contenuti da Stefano Fassina, ma - aggiunge l’esponente pdl - farò ogni sforzo perché nessuno possa ridurre lui o altri al silenzio. Intimare il silenzio a qualcuno mentre si ricopre il ruolo di capo del governo non ha cittadinanza in democrazia, ma ci riporta a tempi bui e dolorosi. Non solo Monti si è montato la testa, ma ha proprio perso la testa», la conclusione di Brunetta.
BERLUSCONI VOLATILE
Ma ieri il premier non ha tralasciato neppure la polemica che da qualche giorno lo vede incrociare la sciabola con Silvio Berlusconi che ieri lo ha definito «poco credibile». «Se lo dice lui... Ma questo - replica Monti - è il giudizio di una persona che ha dimostrato una certa volatilità sulle vicende umane e politiche degli ultimi tempi».
E poi, a mo’ di glossa dei discorsi del Cavaliere su salite e discese in politica, il Professore spiega: «Non avevo nessuna intenzione di continuare un’esperienza politica dopo quella di questo governo, e sarebbe stato nella mia natura restare senatore a vita ed eventualmente essere disponibile a certi incarichi se si fossero presentati. Ma, sollecitato da tanta gente, mi sono posto un caso di coscienza, chiedendomi se, nel mio piccolo, potevo contribuire a trasformare l’Italia in un Paese moderno. Allora ho cercato di scendere dalle mie altezze e salire in politica per fare questo».