Gentile direttore, “Il canone radio-televisivo è un’imposta obbligatoria legata al possesso dell’apparecchio televisivo”. Con questa affermazione, molto chiara, imperversano nei canali Rai gli spot pubblicitari messi in onda già da dicembre e che, con ogni probabilità, ci martelleranno fino alla scadenza del 31 gennaio e forse anche oltre per gli eventuali ritardatari. La campagna promossa dall’emittente di servizio pubblico sostanzialmente mira a ribadire l’obbligatorietà di questa imposta a prescindere dall’uso che si fa dello stesso dispositivo audiovisivo. Sono tra quelli che credono nel servizio pubblico, soprattutto nel campo dell’informazione e che quindi reputano il canone un’imposta doverosa, oltre che obbligatoria. Tuttavia non sopporto che su questo argomento, aldilà dello spot pubblicitario, non si faccia maggiore chiarezza. Se il canone Rai è effettivamente un’imposta obbligatoria al pari ad esempio dell’Imu che colpisce i beni immobili, mi chiedo per quale motivo ci sia la necessità di ricorrere ad asfissianti spazi pubblicitari che ne ricordano la scadenza e per l’appunto l’obbligatorietà. Non mi sembra sia stata adottato lo stesso stratagemma per rammentare i pagamenti di tutte le imposte presenti nel nostro paese. La verità è che non si ha assolutamente la volontà di colpire la tanta evasione che imperversa anche su questa imposta: si stima un 41% con punte dell'86% in Campania, Calabria e Sicilia. E naturalmente, come per ogni imposta evasa, a subirne le conseguenze dei costanti aumenti sono sempre le persone oneste. Armando Di Pasquale, via mail Ebbene sì, il martellamento di spot per sollecitarci a pagare il canone comincia a diventare fastidioso. Ma tutta questa premura ha una motivazione precisa: la Rai fronteggia una crisi finanziaria senza precedenti, con un calo degli introiti pubblicitari superiore al 20%, cui si può far fronte (in parte) solo con l’obolo versato dagli abbonati. Anch’io difendo il servizio pubblico: più che della tv, sono un affezionato ascoltatore di Radio Rai, capace di coniugare informazione e intrattenimento in modo professionale. Ma penso anche che l’azienda Rai sia un carrozzone pieno di sprechi, che per anni ha fatto realizzare all’esterno (spesso ad amici degli amici) quel che si poteva fare all’interno. Sprecando un sacco di soldi, gentilmente offerti da tutti noi abbonati.