ROMA Ancora un anno nero. Anche il 2012 si è chiuso con un nuovo boom della cassa integrazione, sebbene non abbia raggiunto il record toccato nel 2010 (1,2 miliardi di ore). Nell'anno che si è appena chiuso, secondo i dati diffusi ieri dall'Inps, le aziende italiane hanno chiesto 1.090 milioni di ore, con un aumento del 12,1% rispetto all'anno precedente. A dicembre le richieste hanno lievemente rallentato rispetto a novembre con 86,5 milioni di ore (-20,1%), anche se si è comunque registrata una crescita a livello tendenziale (+15,3%).
SITUAZIONE GRAVISSIMA
Dal 2009, quando per effetto della crisi economica le autorizzazioni balzarono dai 227,6 milioni del 2008 a 913,6 milioni con un aumento del 301% - sottolinea la nota diffusa dall’Inps - la cassa integrazione ha fatto registrare ancora un aumento nel 2010 (picco a 1.197,8 milioni di ore autorizzate), una diminuzione nel 2011 (973,2 milioni) e di nuovo un aumento nel 2012, quando si è superato un'altra volta il miliardo di ore (con un balzo appunto del 12,1% rispetto al 2011).
In verità, il balzo era già stato anticipato dal presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che di recente aveva precisato che «le richieste di cassa integrazione sono vicine ai livelli del 2010». Nel dettaglio, nell’arco del 2012 sono stati autorizzati 335,6 milioni di cassa ordinaria (+46,2%), con un aumento soprattutto per gli impiegati (58,1 milioni di ore e un più 65,62%). Per la cig straordinaria le ore di fermo chieste nell'anno sono state invece 400,2 milioni (-5,53%), con un calo maggiore per gli operai (-7,38%) piuttosto che per gli impiegati (-1,08%). Per la cig in deroga le ore chieste sono quindi ammontate a 354.766 milioni (+10,87%). Il monte ore complessivo (1.090 milioni) è stato speso soprattutto per gli operai (808,6 milioni e un +11,61%), mentre per gli impiegati le ore sono state 283,9 milioni (+13,41%).
La grande maggioranza delle ore chieste ha riguardato l'industria (715.366 milioni di ore con un +4,54%) mentre 107,2 milioni di ore hanno riguardato l'edilizia (+24,07%), 95,9 milioni l'artigianato (+20,79%) e 169 milioni il commercio (+39,54%).
I dati dimostrano, secondo Giorgio Santini della Cisl, che la situazione è «gravissima» e che il lavoro va messo «al centro dell'azione pubblica». A sua volta la Cgil, che ha parlato attraverso il segretario confederale Elena Lattuada, riferisce di un anno «devastante» e sottolinea come i numeri dell’Inps dimostrino «quanto fondati siano stati gli allarmi lanciati nei giorni scorsi sull'inadeguatezza e l'insufficienza dei fondi destinati al finanziamento della cig in deroga».