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Data: 05/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Nuovo redditometro, caccia agli evasori

Sarà operativo tra fine febbraio e marzo. Nel mirino chi ha spese superiori del 20 per cento alle entrate dichiarate

MILANO Il 2013 si apre all'insegna di un nuovo redditometro ad ampio raggio. Il nuovo strumento (il decreto è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale), con cui il fisco italiano, andrà a caccia di evasori sarà operativo tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo quando l'Agenzia delle entrate definirà le liste dei contribuenti considerati a rischio. I criteri preliminari prevedono che il nuovo Redditometro prenderà di mira innanzitutto i cittadini per i quali si rilevano scostamenti tra spese per consumi e redditi dichiarati superiori al 20%. Da notare infine che la prima applicazione pratica del nuovo strumento anti-evasione avverrà sui redditi del 2009, ossia sulle dichiarazioni effettuate nel 2010. Il sistema mira a mettere sotto la lente d'ingrandimento tutte le spese per capire se in effetti siano sostenibili in riferimento a quanto abbiamo guadagnato nell'anno di competenza. Un semplice raffronto dunque tra redditi e consumi, e qualora questi ultimi dovessero raggiungere livelli di spesa non compatibili con le nostre entrate scatteranno le verifiche. Per raggiungere questo obiettivo verranno passate al setaccio le spese più significative di ogni famiglia: dagli alimenti all'abbigliamento, dai mobili agli elettrodomestici, e ancora dai trasporti all'abitazione, passando per l'istruzione e il tempo libero. Insomma una radiografia completa dei nostri consumi, che comprende più di 100 voci di spesa e considererà anche gli investimenti che saranno valutati come incremento patrimoniale secco e riguarderanno: immobili, beni mobili registrati (autoveicoli ma anche natanti, imbarcazioni e aeromobili); polizze assicurative; contributi previdenziali volontari; azioni e titoli di varia natura (inclusi i buoni postali, i certificati di deposito e i pronti contro termine ma anche oro, numismatica e filatelia). Il fisco cercherà innanzitutto, ove possibile, di dedurre in maniera diretta quelle che sono state le spese sostenute da ogni singola famiglia: quando però questo sarà impossibile, farà riferimento a valori medi di un determinato bene, che saranno calcolati tenendo conto ovviamente delle tipologie di famiglia (11 in tutto), della zona geografica in cui si vive (5 quelle prese a riferimento) e del proprio tenore di vita. In generale si terrà conto dei valori medi calcolati e stimati dall'Anagrafe tributaria o rilevati dall'Istat. Nel caso però mancassero anche questi riferimenti, il fisco si riserva anche la possibilità di commissionare specifici studi o analisi di settore. Sarà il caso ad esempio dei dati che riguardanospese per imbarcazioni, aerei o cavalli. Toccherà a noi cittadini, nel caso scatti un accertamento, dimostrare che l'eventuale livello dei consumi incongruo è in un qualche modo spiegabile. Si tratterà quindi di dimostrare che il finanziamento delle spese in questione è avvenuto cioè con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo di imposta considerato, o con redditi esenti, e quindi non dichiarati, o ancora perché c'è stato il contributo di una terza persona, ad esempio di un genitore che ha elargito al proprio figlio una certa somma per sostenere appunto determinate spese.

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