Onorevole Albertini, in autunno lei era schierato col Pdl di Berlusconi, oggi è candidato alla presidenza della Lombardia col sostegno di Monti. Cosa è cambiato?
E’ cambiato Berlusconi. Fino a inizio di ottobre si comportava come il dottor Jekyll: voleva fare il padre nobile dell’area moderata, lodava in modo circostanziato il governo dei tecnici, indicava Mario Monti suo successore. Non solo: dall’area dei moderati escludeva la Lega, e del resto se date del moderato a uno come Matteo Salvini si offende.
Poi è arrivato mister Hyde?
E’ successo nell’intervento di villa Gernetto. Da quel giorno il governo Monti è divenuto ai suoi occhi il peggior male possibile.
E lei non lo ha più seguito.
Diciamo che sono rimasto al dottor Jekyll. Il futuro dell’Italia si gioca sull’agenda Europa, e a Berlusconi pare non interessare. Anzi, cerca l’alleanza con la Lega che vuole uscire dall’euro.
Monti, rifererendosi al Pdl, usa la parola estremismo.
Condivido. Nella politica attuale ci può essere la demagogia o la responsabilità, essere populisti o essere popolari. Berlusconi ha scelto: vuole allearsi col Carroccio, vuole far credere che lo spread sia frutto di un complotto e non dell’incapacità di gestire il proprio debito, non vuole prendere decisioni impopolari come la lotta all’evasione.
Le piace essere definito il Monti della Regione Lombardia?
Con tutto il rispetto per Monti, è una definizione che mi piace.
In cosa si sente simile a lui?
La proposta di Monti, e anche la mia, è quella di estrarre quella parte di moderazione molto viva in Italia che vuole uscire dalla confusione che l’ha costretta finora a schierarsi da una parte con gli estremismi di Vendola o della Fiom e dall’altra con quelli della Lega Nord o di una parte del Pdl. L’esperienza ha dimostrato che con coalizioni così eterogenee si vince, ma non si riesce a governare.
Monti ha annunciato che alla Camera si presenteranno almeno tre liste. Ne avrebbe preferita una sola?
Non ho gli strumenti tecnici per capire cosa sia meglio. Certo, l’idea che l’area moderata a cui facevo riferimento possa riconoscersi in una sola formazione ha una sua forza. Però se ce la necessità di garantire la presenza di certe sigle preesistenti, allora si possono adottare forme diverse di aggregazione. Anche se io ho in mente la frase di Lao Tsu: ciò che per il bruco è la fine del mondo per tutti gli altri è una bellissima farfalla.
Attorno alla sua candidatura ci sarà una sola lista?
No, ci sarà il Movimento per la Lombardia Civica che è stato il motore della mia candidatura. Poi una lista dell’Udc. Italia Futura e Fli confluiranno nella lista civica. Poi una lista di pensionati e una di scissionisti della Lega.
E’ una novità: leghisti in appoggio alla sua candidatura?
Confermo. Maroni è convinto di presiedere una segreteria unitaria, ma non è così. Avrò con me una lista di persone che hanno deciso di prendere le distanze da Maroni.
L’accordo fra Pdl e Lega si farà?
La Lega avrebbe il problema di una base che non ne vuole sapere di allearsi con Berlusconi. Ma ormai mi sono abituato al fatto che tutto è possibile.