ROMA «Io non corro contro qualcuno ma per un'idea di regione moderna, trasparente e che guarda ai cittadini». Nicola Zingaretti, presentando i primi nomi del listino del Pd, replica così alla sfida contro il candidato della Destra Francesco Storace e all'ipotesi che il polo centrista-montiano lanci Giulia Bongiorno. La campagna elettorale del Lazio è cominciata già da qualche tempo ma ancora si attende un nuovo pronunciamento del Tar sulla data del voto. E il primo a partire è stato l'ex presidente della provincia di Roma che ieri al comitato elettorale ha lanciato i primi due nomi. Estranei al mondo della politica, si tratta del generale dell'Arma dei carabinieri Baldassarre Favara, ex comandante regionale e molto noto in tutto il territorio e di Teresa Petrangolini, fondatrice e animatrice di "Cittadinanzattiva", organizzazione non-profit nella promozione dei diritti dei cittadini. «Si tratta di due protagonisti che rappresentano modi diversi di servire lo Stato - ha spiegato Zingaretti - il listino che accompagna la mia candidatura sarà formato tutto da associazionismo, società civile e professionisti. Sono segnali chiari per chiudere con una stagione opaca di una regione lontana dai cittadini». Il candidato del centrosinistra poi si dichiara indisponibile a candidature di facciata alla camera o al Senato: «Non trovo sia giusto e la mia scelta è un modo per essere coerenti, trasparenti e leali con gli elettori». Si muove qualcosa anche sul fronte opposto. Il candidato alla presidenza della Destra, Francesco Storace, dopo il gradimento incassato da Berlusconi, ha inaugurato ieri il primo comitato elettorale a Roma e presentato il primo nome di richiamo della sua lista, la figlia del leader storico Giorgio Almirante, Giuliana de Medici. Per l'ex governatore via anche alla campagna spot dove in primo piano c'è l'assoluzione dal Laziogate e lo slogan "Ora credici". Ma l'indicazione del Cavaliere e il via libera della governatrice azzoppata dagli scandali, Renata Polverini, non sembrano bastare per ufficializzare il suo nome per tutto il centrodestra. I veleni del Pdl laziale esplosi con lo scandalo Fiorito sembrano tutt'altro che riassorbiti: i dirigenti locali, infatti, non hanno digerito l'ingerenza pesante del Capo, puntano i piedi e chiedono che il partito schieri un suo candidato. «E' legittimo che chi si prepara a traslocare verso Monti con i seggi di Berlusconi non mi voglia in mezzo ai piedi» commenta Storace in risposta al fuoco amico. Al centro il leader laziale dell'Udc Luciano Ciocchetti corteggia insistentemente l'avvocato e deputato uscente di Futuro e Libertà, Giulia Bongiorno. «Pensiamo che possa rappresentare l'alter ego di Monti nella Regione Lazio, una diversa proposta, alternativa a destra e sinistra». Lei si limita a dire che ci sta pensando e che scioglierà la riserva nei prossimi giorni.