L’inchiesta per truffa sui ticket delle visite, spunta un nuovo retroscena la polizia scopre che le cartelle dei pazienti finiscono a casa di una ex precaria
PESCARA Un subappalto, pagato in nero, per sbrigare le pratiche amministrative delle patenti speciali. È un altro retroscena dell’inchiesta aperta su una presunta truffa dei ticket sulle visite. La polizia, insieme al fatto che a Pescara i pazienti pagano quasi sempre il tetto massimo di 30,99 euro, avrebbe scoperto anche che le cartelle riservate sarebbero uscite dagli uffici di via Pesaro e arrivate fino a casa di una ex precaria della Asl: è qui che i dati sensibili di persone con patenti ritirate per alcol e droga, disabili e malati sarebbero stati trascritti su un computer e poi, attraverso una penna usb o un cd, tornati belli e pronti negli uffici di via Pesaro. A rivelare questa pratica illegale è stato l’esposto di un sindacato della sanità che ha dato il via all’inchiesta, guidata dal pm Gennaro Varone: «Sembra», così c’è scritto sulla denuncia, «che una commissione patenti speciali si avvalga, in funzione di ausilio amministrativo, di una persona (signora E.) che non ha nessun rapporto di lavoro con la Asl di Pescara essendosi esso risolto da qualche anno. Il tutto», continua l’esposto, «con evidente danno della riservatezza e quant’altro anche in relazione al fatto che i carteggi sono talvolta lavorati dalla signora nella propria abitazione». L’inchiesta sulle patenti speciali è riservata ma, secondo indiscrezioni raccolte in via Pesaro, la ex dipendente citata sulla denuncia sarebbe stata già ascoltata dagli investigatori e avrebbe confermato tutto fino a rivelare anche chi l’avrebbe pagata per lavorare in nero e da casa: a pagarla sarebbero stati funzionari apicali che gravitano intorno alla commissione patenti speciali. Perché? La risposta è aperta ma l’ipotesi degli inquirenti è che qualcuno fosse disposto a pagare di tasca propria pur di lavorare meno. L’inchiesta avviata dall’esposto lungo 2 pagine – «Un’altra situazione palesemente illegale alla Asl di Pescara riguarda la commissione patenti speciali», questo l’incipit della denuncia – si allarga e si avvicina alle prime iscrizioni sul registro degli indagati. E anche la ex precaria rischia di finire indagata. L’indagine ruota intorno alle visite e ai costi pagati dai pazienti: a Pescara, per gli investigatori, si registrerebbe un picco di visite al massimo del ticket di 30,99 euro (più 9 euro da versare alla Motorizzazione civile e altri 14 per il bollo). La composizione della commissione diventa così un altro caposaldo dell’indagine che si intreccia alla spesa dei pazienti: la commissione, che ha l’obbligo di autofinanziarsi, è formata da 3 medici ma altri 2 componenti, un ingegnere della Motorizzazione e un medico della riabilitazione, non sono fissi e dovrebbero intervenire soltanto per le mutilazioni fisiche. Però, secondo l’esposto e le prime informazioni messe insieme dalla polizia, i presenti sarebbero quasi sempre 5. «Vi è poi da annotare», rivela l’esposto, «la partecipazione impropria dell’ingegnere della Motorizzazione civile e del medico della riabilitazione a tutte le sedute e non solo a quelle previste per legge e cioè limitatamente ai mutilati et simila diventando così componente fisso (e non al bisogno) della commissione. In questo modo, aumenta il ticket da pagare per l’utente».