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Data: 06/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pd, rissa sulle liste ma tiene l’asse Bersani-Renzi

Scoppia un caso Concia: appello web
Il tesoriere Sposetti verso la riconferma

ROMA C'è chi si dà per vinto - come il costituzionalista Stefano Ceccanti e l'animatore di #opencamera Andrea Sarubbi - e chi invece ancora ci spera. E' il caso del braccio destro di Matteo Renzi, Roberto Reggi, e della deputata uscente Paola Concia, spinta da tanto di appello sul web affinché continui la sua difesa dei diritti civili. Di fatto, l'assalto al listino fino a martedì non si fermerà. La tensione monta. Ecco perché il segretario del Pd Pier Luigi Bersani fa trapelare: «Alla fine deciderò io, l'ultima parola sui candidati sarà la mia». I vari segretari regionali rimangono in continuo contatto con il Nazareno per capire la quota di "paracadutati" (in tutto sono circa 100) che andrà ad amalgamarsi con i miglior arrivati delle primarie.
INSOFFERENZA E ATTESA

Dalla Sicilia al Veneto, passando per l'Umbria e le Marche, si registrano insofferenza e attesa. Rabbia in Sardegna con l'ormai ex capolista alla Camera Silvio Lai, segretario regionale, costretto a scalare per un big. Idem al Senato, dove si ipotizza il nome del costituzionalista Gianmario Demuro, vicino all'ex governatore Soru. E' un gioco di incastri. Domani il vicesegretario Enrico Letta, nonché presidente del comitato elettorale, convocherà un'altra riunione tecnica a Roma, propedeutica al via libera del giorno dopo. Lo schema che gira è questo: i big (Fioroni, Letta, Franceschini e Veltroni) avranno al massimo cinque fiches da giocarsi. Matteo Renzi, invece, punta a inserire 17 nomi (ben cinque sono fiorentini), ma sembra poco incline a fare battaglie per salvare parlamentari a lui vicini. L'unico che l'ha spuntata è Ermete Realacci in Umbria; in forse Paolo Gentiloni nel Lazio, niente da fare per Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
VETI SUI ROTTAMATORI

Non solo: il rottamatore è anche alle prese con i veti sul suo proconsole Reggi e con le accuse dell'escluso Sarubbi: «Il mio destino non può dipendere da come Matteo si sveglia la mattina». Il resto, cioè il grosso, è nelle mani di Bersani. Che vuole oltre ai suoi fedelissimi (spunta anche la conferma dell'ex tesoriere Ds Ugo Sposetti, ultras dalemiano) aprire il più possibile il partito alla società civile. Ritorna utile in ottica anti-Monti. E in questa direzione arriva il via libera a Michela Marzano, 42 anni, scrittrice, filosofa e docente dell'Università di Parigi V. Spazio agli accademici anche in Puglia, dove per il sociologo Franco Cassano è stato prenotato un posto in vetta per la Camera, a discapito di Francesco Boccia. Dario Franceschini e l'olimpionica di canoa Josefa Idem saranno capilista in Emilia Romagna. Intanto, proprio a Bologna scoppia un caso. Lo solleva il capogruppo del M5S in Comune, Massimo Bugani, che chiede le dimissioni da presidente dell'associazione "2 Agosto", a Paolo Bolognesi, in lista per Montecitorio. Il diretto interessato: «Saranno i parenti delle vittime a deciderlo».
Ma il cantiere è più aperto che mai. E allora per distrarsi meglio pensare al futuro. Rosy Bindi, probabile capolista alla Camera in Calabria dove ci sarà anche Marco Minniti per il Senato, prenota per Bersani un posto a Palazzo Chigi («Vinceremo») e dà il benvenuto nell'agone a Monti. Così: «Bene la collaborazione, ma siamo candidati noi al premiership del Paese».

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