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Pescara, 19/12/2025
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Data: 07/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Area di risulta e D’Alfonso: la verità di Toto

In aula l’arringa di Coppi, che è stato
difensore di Andreotti

IL PROCESSO
Il primo processo a riaprire i battenti del tribunale con l'anno nuovo è quello per le presunte tangenti per i grandi appalti al Comune di Pescara che vede protagonista e principale imputato l'ex sindaco Luciano D'Alfonso e altri 23 tra politici, imprenditori, tecnici e dirigenti comunali.
Siamo alle arringhe difensive dopo le richieste di condanna avanzate dalla pubblica accusa. Di scena, questa mattina, la difesa dei due più importanti imprenditori abruzzesi coinvolti, Carlo e Alfonso Toto. Ad aprire l'udienza sarà la coppia di difensori composta dall'avvocato Augusto La Morgia e da uno degli avvocati più noti in Italia, il professor Franco Coppi, docente di diritto penale alla Sapienza, che è stato difensore dell'ex presidente del consiglio Giulio Andreotti e di molti altri personaggi che hanno segnato le cronache giudiziarie degli ultimi anni. A loro il compito di smontare il teorema della procura che vuole i due imprenditori accusati di corruzione e turbativa d'asta in relazione all’appalto per l'area di risulta e per i viaggi, le cene elettorali e i benefit che la procura assume siano il corrispettivo versato all'ex sindaco per presunti favoritismi ricevuti, peraltro, per l'unica gara di appalto cui partecipò Toto.
La Morgia tratterà in particolare la questione tecnica legata all'iter procedurale della gara per l'area di risulta, affidandosi a una corposa memoria che verrà depositata al collegio presieduto dal giudice Antonella Di Carlo. Molti gli argomenti di discussione, primo fra tutti quello sulla regolarità della gara e il fatto che quel contratto venne risolto di comune accordo, dietro richiesta dello stesso sindaco D'Alfonso, un anno prima che iniziassero le indagini. Senza tralasciare un altro aspetto rilevante e cioè che Toto non impugnò la sentenza del Tar che gli dava torto, così come non si costituì nel successivo ricorso al Consiglio di Stato che fu favorevole al Comune di Pescara e quindi a lui: circostanze che, secondo la difesa, lascerebbero intendere quanto il noto imprenditore non fosse poi così interessato a quell'appalto. Il professor Coppi, invece, tratterà più le questioni di diritto e in particolare la impossibilità giuridica del concorso tra il reato di corruzione e di turbativa d'asta, almeno per come è stato strutturato dall'accusa, in quanto tutti i possibili concorrenti vennero messi nelle medesime condizioni.
Accusa che fonda le basi anche su un rapporto un po' particolare tra D'Alfonso e Carlo Toto, legati da vincoli di amicizia familiare da tantissimi anni: l'imprenditore è stato testimone di nozze di D'Alfonso e ha anche battezzato uno dei suoi figli.

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