Iscriviti OnLine
 

Pescara, 19/12/2025
Visitatore n. 750.353



Data: 07/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pdl-Lega: Berlusconi tratta sul passo indietro. Vertice ad Arcore con Maroni che detta le condizioni: in primo luogo, rinuncia del Cavaliere a palazzo Chigi

Alfano: l’importante è che gli riconoscano il ruolo di capo
della coalizione. Pressing lumbard per Tremonti premier

IL CENTRODESTRA
ROMA L’accordo è quasi fatto, anche se restano da limare diversi particolari che fanno la sostanza. Uno su tutti: chi sarà il candidato premier. Nulla di strano se alla fine prevarrà la realpolitik e Lega e Pdl saranno di nuovo alleati. «Conviene più a Berlusconi che a noi ma andava fatto», manda giù il rospo un alto esponente del Carroccio. Senza «il patto» la Lega rischia di annaspare, perdere le sue regioni di riferimento, Lombardia, Veneto e Piemonte. Sul tavolo è rimasta però la pistola puntata: le maggioranze degli enti locali e dei comuni governati dal centrodestra pronte a implodere. E soprattutto diventa a rischio la candidatura del segretario Roberto Maroni alla Regione Lombardia «e un tonfo del leader al Pirellone sarebbe la nostra fine».
GRANDE GIULIO
«Grande Giulio ti vorrei come premier» aveva scritto su Twitter Maroni, all’ora di pranzo, appoggiando in pieno l’invito rivolto da Tremonti: ricorrere alla Consulta contro l’Imu, a giudizio dell’ex ministro dell’Economia «incostituzionale». Non è un mistero che il capo lumbard lo avrebbe preferito al Cavaliere evitando in questo modo di mettersi contro le sue truppe in fermento. «Visto che ci piacciono così tanto i sondaggi vorrei sapere a che percentuale ci daranno appena siglato l’accordo con Berlusconi», la butta lì il senatore Giovanni Torri, uno dei tanti che avrebbe preferito «andare da soli» a costo di perdere. E la pensano così, ad esempio, anche Flavio Tosi, il sindaco di Verona e il presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, uno di quelli che per dare l’esempio si dimise da parlamentare.
IL SUMMIT

Prima che ad Arcore iniziasse il vertice notturno Angelino Alfano si era detto sicuro, «ci sono tutte le condizioni per realizzare un accordo, siamo vicini». A seguire il punto più delicato, «noi pensiamo che la Lega sia sia espressa a favore della cosa più importante, che Berlusconi sia il capo della coalizione». Peccato che un attimo dopo Matteo Salvini, intervistato dal Tg3, cada dalle nuvole: «Non so... forse Alfano ha notizie che io non ho». Confermando insieme al suo «no a Berlusconi» anche gli altri punti fermi, e cioè «che i tre quarti delle tasse restino in regione. «Su questo - aggiunge tassativo Salvini - il Pdl deve dire di sì. Né no, ne nì, né dopo...».
Intanto in tarda serata scoppia un giallo su un tweet lanciato dall’account Berlusconi2013 ritirato dopo alcuni minuti. Nel messaggio si attaccava pesantemente Rai3 («Fa cag...») e la giornalista Milena Gabbanelli).

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it