Ore frenetiche in casa Pd. Si lavora per recuperare in extremis personalità fuori dai giochi.

Fioccano gli appelli, si intensificano le trattative, si acuiscono le tensioni. Sono ore frenetiche in casa Pd. Dopodomani sera si riunisce la direzione che dovrà dare il via libera alle liste elettorali, e da più parti si sta lavorando per recuperare in extremis personalità che allo stato sembrano fuori dai giochi...

LA MAPPA DEI CAPILISTA PD

Lo strumento in cui si può essere candidati non avendo partecipato alle primarie di fine dicembre è il listino che verrà deciso domani alla riunione del comitato elettorale, nel quale sono presenti tutte le anime del partito. Si tratta di un centinaio di nomi da inserire nelle liste in posizioni di più o meno certa eleggibilità. E tra i quali, al momento, non compaiono quello del senatore uscente e costituzionalista Stefano Ceccanti, o quello di un deputato uscente che più di altri in questi anni ha saputo lavorare con twitter come Andrea Sarubbi.

Entrambi alle primarie per la scelta del candidato premier hanno sostenuto Matteo Renzi, ma non credono ci sia soltanto questo alla base della scelta di non inserirli nel listino. Sarubbi critica duramente il sistema spartitorio alla base della selezione dei nomi («a Letta e Fioroni spettano 5 deputati ciascuno, a Renzi 17, ognuno decida nel suo, chi è fuori è fuori») e non solo: «Sarei stato una presenza abbastanza scomoda, certamente troppo montiano per la linea del partito e di un nuovo gruppo parlamentare più spostato a sinistra, ma credo di poter dire con sincerità che avrei comunque combattuto le mie battaglie (per i diritti umani, l'immigrazione, la trasparenza) con lo stesso spirito di sempre».

Che alla base delle esclusioni nella lista non ci siano soltanto gli schieramenti alle primarie per la premiership lo dimostra anche il fatto che ancora non ci siano certezze sulla candidatura di Anna Paola Concia, che in quella sfida ha sostenuto Bersani. Dopo quelli a favore di Vannino Chiti, di Marco Stradiotto e dei parlamentari ecologisti, ieri è stato diffuso un appello a favore proprio della deputata uscente, da anni molto attiva nelle battaglie a favore dei diritti civili per i gay, sottoscritto da personalità come Lucia Annunziata, Emanuele Macaluso, Giovanni Minoli, Daniela Del Boca, Michela Murgia, Mara Venier, Aurelio Mancuso, Chiara Saraceno, Stefano Rodotà. «Siamo donne e uomini di professioni, culture, ambienti diversi, accomunati da una certezza: dopo una legislatura di scelte conservatrici e antistoriche il tema dei diritti civili nel nostro Paese ha urgenza di trovare spazio e soluzioni», si legge nel documento. «Concia in questa sua prima legislatura ha lavorato con dedizione, passione e coraggio su questi temi. Chiediamo che possa continuare a farlo nella prossima legislatura. Il lavoro che ha svolto è patrimonio di tutti. Se il Pd vuole davvero costruire una società più giusta non può rinunciare a chi della sua costruzione ha fatto una ragione di vita». Tutt’ora in bilico è anche il nome di uno stretto collaboratore di Renzi come Roberto Reggi. Tra le candidature di esponenti vicini al sindaco di Firenze c’è quella di Simona Bonafè, di Giuliano Da Empoli, di Francesco Bonifazi, di Maria Elena Boschi. Racconta però chi ha partecipato all’ultima riunione del comitato elettorale che da tutte le regioni a cui è stato chiesto di inserire nel listino l’ex sindaco di Piacenza, che durante la campagna per le primarie ha attaccato più duramente di tutti sulle regole, è stato risposto con un no grazie.

A portare avanti le trattative per il fronte renziano, a quel tavolo, è il sindaco dell’Emilia Romagna Graziano Delrio. Il quale è convinto che sia nell’interesse di tutti prediligere, nella scelta dei 17 nomi che spettano al primo cittadino fiorentino, le competenze più che la fedeltà. L’ultima riunione prima della direzione di martedì, che dovrà dare il via libera definitivo alle liste, è prevista per domani.