Il Comune risponde ai cittadini: non ditelo a nessuno se no dobbiamo chiuderlo I lavori di consolidamento sono appena di due anni fa, costarono 200 mila euro
TERAMO Se dal ponte cadono pezzi di cemento grandi come mattoni il Comune che cosa fa? Dice ai cittadini: non ditelo a nessuno se no ci tocca chiuderlo. Gli ultimi crolli sui parcheggi del lungofiume Vezzola sono di appena qualche giorno fa. Ponte San Francesco è a rischio. La via d’accesso alla città si sgretola, come dimostrano chiaramente le immagini scattate ieri mattina che pubblichiamo a destra. Il punto più pericoloso è accanto al cinema Smeraldo: basta alzare lo sguardo per scoprire il cemento frantumato; i ferri scoperti e neri di ruggine; altri pezzi che pendono e stanno per staccarsi. Le porzioni più rovinate sono quelle attraversate dai tubi di scarico dell’acqua drenata sul ponte. E’ chiaro quindi che ci sono infiltrazioni consistenti. Ma l’immagine del sindaco, Maurizio Brucchi, con assessori al seguito, che taglia il nastro dei lavori di consolidamento del ponte che collega via De Gaspari a circonvallazione Ragusa, è troppo fresca per non fare una considerazione. Era il 28 agosto del 2010: quei lavori costarono al Comune 200 mila euro. Il Centro aveva segnalato con un servizio giornalistico le lesioni ai pilastri. E un esperto, intervistato dal giornale, aveva messo in guardia dal pericolo di ulteriori crolli. Non c’era rimasto tempo da perdere. Ponte San Francesco è, nelle ore di punta, il più trafficato di tutti collegando il terminal dei bus con l’ingresso o l’uscita da Teramo. Ma il sindaco non rimase con le mani in mano: chiuse temporaneamente la struttura e affidò i lavori di consolidamento. Il nastro tricolore fu tagliato al termine di un cantiere che era durato oltre tre mesi. «Mancano solo alcune rifiniture...», commentarono soddisfatti i politici quel giorno di appena due anni e mezzo fa. Ma i lavori avevano interessato solo i pilastri non la superficie inferiore, il ventre del ponte, che ora perde decine di pezzi. Nel frattempo anche l’altro ponte, quello più in alto intitolato a San Gabriele, che sovrasta il parcheggio coperto, ha cominciato a perdere pezzi di cemento armato, anzi disarmato. Ma i lavori non partono per un rimpallo di competenze, meglio chiamarlo scaricabarile, tra Comune e Anas. Due ponti, entrambi a rischio. Lavori fatti a metà, nel caso di ponte San Francesco, oppure mai fatti per il San Gabriele. E un singolare retroscena che vale la pena di raccontare così come lo ha riferito al Centro un cittadino che, al telefono, sorrideva tra l’ironico e l’indignato. «Per un caso», ha detto, «la mia auto non è stata centrata da un pezzo di cemento. Ma quando ho segnalato il fatto e soprattutto il rischio a un dipendente del Comune questi si è avvicinato mi ha risposto a bassa voce, come se non volesse farsi sentire dagli altri: mi raccomando, non lo segnali al giornale se no ci tocca pure chiudere il ponte».