Ieri è entrato in vigore il nuovo orario invernale sulla linea che dal Flaminio arriva fino a Viterbo. E ieri, nello stesso momento in cui stava per partire all’alba il primo treno per Civitacastellana, sul tavolo dei dirigenti Atac sono arrivati più di dieci certificati di malattia, e «malattia bambino». Così l’azienda si è ritrovata con un numero insufficiente di lavoratori, in particolare non c’era il personale di condotta e quello per la scorta treni. L’azienda ha dovuto così sopprimere una ventina di corse, mentre altre sono giunte a destinazione con dieci, venti minuti di ritardo.
DISAGI
Una mattinata di disagi per i pendolari, altro che treni in più come previsto e annunciato dalla municipalizzata con il nuovo orario. Ma sono state una coincidenza tutti questi lavoratori malati nel giorno in cui l’azienda ha modificato l’orario della linea? O si è trattato piuttosto di una forma di protesta dei dipendenti? L’Atac risponde con un diplomatico «no comment», ma poi aggiunge che «in ogni caso si riserverà di effettuare una approfondita indagine al fine di verificare se vi siano, oltre a quelle effettivamente addotte per la giustificazione, altre cause che hanno dato origine alle assenze».
I sindacati, Cgil, Cisl e Rsu, non ci stanno e respingono ogni tipo di accuse: «Bastava concordare ogni passaggio del nuovo orario con le rappresentanze sindacali». Sulla tratta Roma-Civitacastellana Viterbo, ferrovia concessa regionale, lavorano circa duecento persone. I treni viaggiano su un percorso di circa cento chilometri e trasportano ogni giorno quarantamila passeggeri.
Fabrizio Vinciguerra, rappresentante del coordinamento delle Rsu: «E’ da un po’ di tempo che l’azienda decide in maniera unilaterale: questa è l’ultima dimostrazione. Siamo favorevoli a un miglioramento del servizio per l’utenza, ma simili trasformazioni devono essere concordate con i rappresentanti dei lavoratori». Con il nuovo orario il servizio urbano tra Flaminio e Montebello inizia alle 5,25 invece che alle 5,40. Marco Capparelli, segretario per Roma e Lazio di Filt Cgil dice: «L’azienda non deve scaricare la responsabilità sui lavoratori: il settore è in crisi, dal 2008 non arrivano risorse e non viene assunto il personale giusto, macchinisti e autisti, tanto per fare un esempio». Gianluca Donati, Cisl trasporti: «Visto quello che succede chiederemo una commissione d’inchiesta sulla sicurezza della linea».
LE REAZIONI
Di fronte a questo nuovo disagio per i pendolari le reazioni sono bipartisan. «Il nuovo anno conferma i disservizi e i disagi sulla linea Roma-Viterbo. Ritardi e corse soppresse non sono certo una novità, visto che hanno rappresentato una costante per tutto il 2012», dichiara Massimiliano Valeriani, consigliere comunale del Pd. «Da gennaio a settembre, la Roma-Viterbo ha registrato la soppressione di quasi 5.000 corse rispetto alle 36.600 previste nella sola tratta urbana, vale a dire una perdita del 13,5 per cento del servizio. Ma ha raggiunto anche punte di oltre 2100 corse perse rispetto alle 4200 previste nel mese di agosto, con una riduzione di oltre il 50% delle corse. Un record negativo che è valso alle linee ex-concesse anche il premio Caronte, attribuito ogni anno da Legambiente alle peggiori ferrovie del Lazio». «Solo pochi giorni fa l’Atac aveva annunciato l’introduzione di un altro treno sulla Roma-Viterbo – conclude Valeriani – mentre oggi i passeggeri sono nuovamente costretti ad affrontare notevoli disagi». Per il consigliere Pdl di Roma Capitale Ugo Cassone, «le criticità su questa linea ferroviaria devono essere affrontate con responsabilità da parte di Atac. Chiederò la convocazione della commissione mobilità di Roma Capitale per analizzare tale situazione. E’ mancato il confronto dell'azienda con le organizzazioni sindacali - prosegue Cassone - Infatti negli ultimi giorni la direzione avrebbe attuato un cambio di orario di servizio per il personale, senza però che questo fosse concordato o comunque condiviso con le rappresentanze. Un aspetto che, se confermato, si aggiungerebbe alle numerose criticità esistenti nel rapporto tra azienda e dipendenti».