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Data: 08/01/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Berlusconi inventa il premier fantasma di Mario Sechi

Lega o non Lega? Silvio Berlusconi ha annunciato di avere chiuso un accordo con il Carroccio che fu di Bossi e oggi è di Maroni. Il suo disegno considera quel partito fondamentale per vincere in Lombardia, regione che serve al Cavaliere per destabilizzare il Senato e puntare sul fattore ingovernabilità. Questo scenario è più che sufficiente per comprendere che la partita di Berlusconi è tutta in difesa, non con l’obiettivo della vittoria, ma nella posizione del sabotatore, quello che in guerra fa saltare i ponti, piazza la dinamite nei passaggi chiave, ma difficilmente vince la battaglia finale. È un ruolo al quale il Cavaliere non si era mai sottomesso, neppure nell’ormai lontano 2006 quando fu autore di una rimonta che era un pareggio, incassato due anni dopo con il fallimento dell’esperienza di governo dell’Unione di Prodi. Oggi è tutta un’altra storia, francamente non c’è niente di crepuscolare, malinconico o nostalgico: Berlusconi sta cancellando tutto quello in cui aveva creduto, anche se la parola esatta, a questo punto, è «predicato». Ha fatto molte battaglie elettorali dicendo che bisogna sapere prima per chi voti, che cosa vuole fare e chi governa. Bene, diciannove anni dopo la sua «discesa in campo», a quelli che lo hanno votato e ci hanno creduto, tocca vedere un uomo che teorizza esattamente il contrario. Berlusconi non doveva candidarsi a Palazzo Chigi e i fatti, seppur in dannoso ritardo, mi danno ragione. Ma non c’è niente di cui gioire perché il Cav ha in corso un gioco delle tre carte che un elettore di centrodestra non dovrebbe guardare silente. Chi sarà il premier? Angelino Alfano, come dice Berlusconi? O Giulio Tremonti, come afferma Bobo Maroni? La confusione regna sovrana e il Pdl e la Lega stanno mettendo in scena quel «teatrino» che denunciava Berlusconi, anzi ne sono i principali protagonisti. Penso che un elettore moderato abbia il sacrosanto diritto di sapere per chi vota, in base al principio del conoscere per deliberare. Berlusconi deve avere rispetto dei cittadini che per molti anni gli hanno dato fiducia, ricevendone in cambio un cumulo di promesse spesso non onorate. Berlusconi ha dalla sua parte molte attenuanti, ma ha contribuito a creare con le sue mani parecchie aggravanti. Quest’ultima trovata non è la separazione della leadership dalla premiership (cosa che sarebbe positiva) ma la creazione di una novità assoluta del pensiero berlusconiano: il premier fantasma.

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