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Data: 08/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pd, stretta finale sulle liste c’è l’ex Confindustria Galli. In corsa pure il numero due della Cisl Santini

Questa sera la direzione per il via libera definitivo alle candidature . Potrebbe rientrare Paola Concia

ROMA Il gong suona alle 18. Per quest'ora, oggi pomeriggio, è convocata la direzione nazionale del Pd al Nazareno. All'ordine del giorno: l'approvazione dei candidati democrat per il Parlamento. L'amalgama, cioè, tra i vincitori delle primarie - «che hanno un po' ammazzato il Porcellum» per dirla con Pier Luigi Bersani - e i circa 100 nomi blindati imposti dalle varie anime della segreteria. L'intero mosaico ieri notte era ancora lontano dall'essere completato. C'è, invece, uno schema di massima sui capilista, ma non si escludono colpi di scena in zona Cesarini. Questa mattina, infatti, si riunisce il comitato elettorale presieduto dal vicesegretario Enrico Letta, a seguire sarà la volta del «tribunalino» Pd. Il collegio dei garanti, coordinato da Luigi Berlinguer, dovrà esaminare i ricorsi arrivati dalle regioni e, soprattutto, i casi più spinosi legati alla questione giustizia «perché il Pd avrà liste pulite ovunque», promette Bersani. Una sicurezza: fino alle 18 le trattative saranno febbrili e i cellulari impazziti.
SOCIETA’ CIVILE
Ieri, intanto, sono stati ufficializzati altri due nomi della società civile che finiranno nella quota del segretario. Si tratta dell'ex direttore generale di Confindustria, il bocconiano (ma anche ex Fgci in gioventù) Giampaolo Galli, e del segretario aggiunto della Cisl Giorgio Santini. Il primo correrà in Lombardia, il secondo in Veneto. «Sono il segnale che nella nostra agenda c'è il Paese reale: economia e lavoro prima di tutto», è l'endorsement del Pd. Un doppio colpo, quello di Galli e Santini, che si può leggere anche in chiave anti-Monti: entrambi nei giorni scorsi erano stati molto corteggiati dal Professore. Quest'ultimi si aggiungono alla pattuglia di esponenti della società civile arruolati nei giorni scorsi: i giornalisti Massimo Mucchetti e Rosaria Capacchione (rispettivamente capolista in Lombardia al Senato e in Campania 2), l'economista Carlo dell'Aringa, il procuratore anti-mafia Piero Grasso (capolista per Palazzo Madama nel Lazio e forse anche in Sicilia), la filosofa Michela Marzano (probabile testa di serie in Toscana alla Camera insieme al rettore della scuola superiore Sant'Anna di Pisa Chiara Carrozza per Palazzo Madama) e il sociologo Franco Cassano, numero uno in Puglia, e l'ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani, destinato a essere capolista in Senato in Campania. Anche il direttore generale di Confcommercio Luigi Taranto prenderà parte alla sfida elettorale.
In generale, da Nord a Sud, il quadro dei capilista si sta delineando un po' ovunque. Bersani sarà alla Camera in tre regioni: Lazio 1, Sicilia Occidentale e Lombardia 1 (nel 2 c'è Maurizio Martina). Nel Veneto, ad esempio, al Senato la capolista sarà la sconfitta delle primarie Laura Puppato, Davide Zoggia le sarà vicino in Veneto1 alla Camera e Pierpaolo Baretta in Veneto2. Il nodo è stato sciolto anche in Piemonte: Cesare Damiano e Luigi Bobba per Montecitorio, Ignazio Marino per il Senato. In Liguria, spazio al giovane turco Andrea Orlando e a Donatella Albano. Gioco delle coppie in Umbria (Marina Sereni-Ermete Realacci), in Calabria (Rosy Bindi-Marco Minniti), in Puglia (Franco Cassano-Anna Finocchiaro), in Abruzzo (Giovanni Legnini-Stefania Pezzopane), Marche (Enrico Letta-Camilla Fabbri) ed Emilia Romagna (Dario Franceschini-Josefa Idem). Fatte queste premesse ieri sera c'erano sul tavolo situazioni ancora fluide. Come la Sicilia Orientale: il leader dei Popolari Giuseppe Fioroni vorrebbe declinare l'offerta, per fare il numero due nel Lazio 2, dietro a Donatella Ferranti o a Flavia Nardelli.
Per la questione Sicilia è in programma una riunione ad hoc oggi pomeriggio alle 14.
LE ANIME DEL PD
Il resto dei componenti del listino saranno espressione delle varie anime del Pd. Bersani potrà contare sulla riconferma dei dirigenti apicali del partito e del quartetto che lo ha accompagnato durante le primarie(Moretti-Giuntella-Speranza-Gotor). Per sicura anche la presenza del tesoriere Ds Ugo Sposetti e di quello del Pd Antonio Misiani. Il resto sarà competenza delle altre correnti. In questo scenario solo Matteo Renzi farà la voce grossa: con una rosa di 17 nomi, tutti gli altri avranno a disposizione al massimo cinque fiches. In questo gioco di incastri, infine, c'è attesa per le decisioni del collegio dei garanti sulla candidabilità di alcuni esponenti. Come Bruna Brembilla, considerata impresentabile perché, secondo alcune intercettazioni, avrebbe trattato appoggio elettorale con alcuni clan calabresi locali. Ai garanti la condanna o l'assoluzione.

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