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Pescara, 19/12/2025
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Data: 09/01/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trasporti, la riforma non c’è e scatta lo sciopero

PESCARA Doveva essere la madre di tutte le riforme ma alla fine non ha prodotto neanche un topolino. L'azienda unica dei trasporti si ferma alle buone intenzioni e ora i sindacati accusano la Regione di essere rimasta prigioniera dei vecchi schemi: «Ha prevalso la logica delle poltrone». Ieri i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal hanno annunciato uno sciopero di quattro ore che venerdì paralizzerà l'intero comparto dei trasporti, con vari presidi organizzati nella regione. Uno di questi è previsto di fronte la prefettura di Teramo, gli altri in prossimità delle sedi di Gtm, Arpa e Sangritana, le tre società che avrebbero dovuto finire sotto un unico consiglio di amministrazione, secondo il piano della Regione, per razionalizzare costi e ottimizzare servizi. Assieme a quella della sanità era la riforma più attesa nella legislatura di Gianni Chiodi. Ci aveva messo la faccia l'assessore Giandomenico Morra, prima di essere impallinato dai franchi tiratori del suo stesso partito, il Pdl. Anche per questo se n'è andato sbattendo la porta. Il 6 novembre aveva annunciato al Messaggero: «La società unica dei trasporti nascerà prima del 31 dicembre. Le chiacchiere mi interessano poco». Rispondeva così Morra, in quei giorni, alle accuse di immobilismo.
MOBILITAZIONE
Ora, dopo che nulla è accaduto sul fronte della società unica, arriva la mobilitazione dei sindacati, con parole di fuoco verso il governo regionale.
L'ultimo decreto Monti ha tra l'altro definito i criteri di ripartizione delle risorse che, secondo Franco Rolandi, segretario della Filt-Cgil, andranno a penalizzare l'Abruzzo: «Istituire gare con quattro bacini di traffico, in una regione di 1.300.000 abitanti, non ha alcun senso». Anche perché se non si copre il 50% del costo del biglietto saranno dolori in una situazione già appesantita dal taglio delle risorse pubbliche.
Alessandro Di Naccio, segretario della Cisl-Trasporti: «Mettere insieme le tre aziende sarebbe servito a risparmiare risorse e ad eliminare sprechi. E loro che fanno? Nominano il quinto consigliere di amministrazione all'Arpa».
Ma chi continua a dire no alla società unica? Gianni Di Cesare, segretario generale della Cgil-Abruzzo: «Il Consiglio regionale e il governatore Gianni Chiodi sono prigionieri dei cda delle società di trasporto. Questa era la riforma più importante della legislatura, ma Chiodi sa decidere solo nel ruolo di commissario, non in quello di presidente».
Ancora più chiara Gianna De Amicis, dell'Ugl: «Stiamo parlando di un bacino che ai partiti non dà solo poltrone, ma anche voti. Se non si fa l’azienda unica l'unica spiegazione è questa».

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