Iscriviti OnLine
 

Pescara, 19/12/2025
Visitatore n. 750.353



Data: 09/01/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Bersani vara le liste «Pronti a governare» Dalla direzione ok all’unanimità. Il 40% di donne, con 15 capilista su 38 Una cinquantina di parlamentari ai renziani, ma resta fuori Roberto Reggi. (La lista completa alla Camera ) - (La lista completa al Senato )

ROMA Largamente rinnovato dopo i risultati delle primarie, primo partito a presentare le liste dei candidati per Camera e Senato, con un 40% di presenze femminili, e largamente primo nei sondaggi. E così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha tutti gli elementi per avvertire gli avversari: «La lepre da inseguire siamo noi e tutti faranno gara dietro di noi. Siamo pronti alla guida del Paese». La direzione nazionale approva poco più tardi con una tempistica da record le liste dei candidati per le elezioni politiche del 24-25 febbraio. Le sorprese non mancano, tra tanti volti della società civile, qualche esclusione eccellente e alcune rinunce. Come non manca il malcontento in alcune regioni – Sardegna, Puglia e Sicilia – per i candidati «paracadutati». In serata Bersani riesce a ricucire con le direzioni regionali di Sicilia e Puglia, ma resta aperto il caso della Sardegna. Bersani è comunque raggiante, sente di aver fatto le scelte giuste: «Sulle liste ci siamo presi alcuni rischi. Abbiamo ammazzato il porcellum con le primarie. Non abbiamo conventi o case private – ironizza sugli avversari – tutto all’aria aperta. Da stasera siamo in campagna elettorale – ha proseguito – sfruttiamo al meglio il vantaggio del tempo nella formazione delle liste rispetto ai nostri competitori». Poi mette l’accento sull’impegno che il Pd concentrerà sul tema del lavoro («metteremo il segno più dove c’è il meno»), e definisce «una rivoluzione» la presenza femminile nelle liste intorno al 40% (15 capilista su 38), benefica conseguenza delle primarie. Soddisfatto anche per l’accordo raggiunto con Matteo Renzi, che ha permesso di mettere in pista una cinquantina di candidati legati al sindaco di Firenze. Lo stesso Bersani guiderà le liste in tre regioni chiave: Lazio, Lombardia e Sicilia. Il suo vice Enrico Letta sarà capolista in Campania e nelle Marche. I capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, saranno rispettivamente capolista in Emilia Romagna (con la canoista olimpionica Josefa Idem per il Senato) e in Puglia per il Senato. Ma sono i nomi della società civile che stuzzicano maggiormente curiosità e fiducia nell’esito del voto. L’ex procuratore antimafia Pietro Grasso guiderà le liste del Senato nel Lazio, Rosaria Capacchione – giornalista minacciata dalla camorra per le sue inchieste – capolista in Campania per il Senato, l’economista Carlo Dell’Aringa capolista in Lombardia 2. Capolista per il Senato in Toscana sarà Valeria Fedeli, tra le fondatrici del movimento «Se non ora quando?». Dal mondo della stampa arrivano l’ex direttore Massimo Mucchetti capolista in Lombardia al Senato, e il direttore di Rainews24 Corradino Mineo capolista in Senato in Sicilia. C’è poi l’area del sindacato, con l’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani capolista alla Camera in Campania 1, e il numero due della Cisl Giorgio Santini. E dall’imprenditoria Giampaolo Galli, bocconiano, ex direttore generale di Confindustria, in Lombardia. Ma c’è anche un’area cattolica di un discreto peso: Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale per il volontariato, Ernesto Preziosi ex vicepresidente dell’Azione cattolica, Flavia Nardelli Piccoli, segretaria generale dell’Istituto Sturzo. In Abruzzo Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia dell’Aquila, sarà capolista al Senato, precedendo Franco Marini e Paola Concia che sembrava aver rinunciato a candidarsi, ma è stata ripescata all’ultimo momento. In quota Renzi fa rumore l’esclusione di Roberto Reggi, il braccio destro del sindaco durante le primarie. «Clima ostile contro di me, ho fatto un passo indietro perché non volevo che saltasse l’accordo» ha commentato ieri sera Reggi. Arrivano invece Yoram Gutgeld direttore di McKinsey, Lino Paganelli, Simona Bonafè e Luca Lotti, fedelissimi di Renzi, oltre agli ex parlamentari Paolo Gentiloni ed Ermete Realacci. In Parlamento arriveranno tanti giovani dal Pd, e tra questi ci saranno anche i ragazzi del comitato per le primarie di Bersani: Roberto Speranza (capolista in Basilicata), Alessandra Moretti e Matteo Giuntella. Candidato anche il factotum delle primarie Nico Stumpo e lo storico Miguel Gotor. Per quanto riguarda le tensioni con le direzioni regionali Bersani ha rischiato lo strappo con la Puglia, dove il segretario Sergio Blasi arriva a dimettersi contro i candidati imposti da Roma, indicando in particolare quelle di Ivan Scalfarotto e di Francesca Marinaro. Frattura che è poi rientrata, così come si è ricomposta quella siciliana. La segreteria locale è riuscita a respingere sei degli 11 paracadutati, ma si apre il caso spinoso della Sardegna che contesta la lista «non rispettosa dell’esito delle primarie». Ieri sera un incontro negativo a Roma, la situazione è in evoluzione. Soddisfazione in Veneto: tutte locali le candidature con Laura Puppato al Senato, Zoggia e Baretta alla Camera.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it