L’AQUILA Fuori due, tanto per cominciare. E altri quattro o cinque in queste ore staranno cercando di correre ai ripari, ripianando il debito col partito, sennò addio candidatura. L’ufficio di presidenza del Pdl lunedì sera ha fornito già un preciso elenco di criteri per la formazione delle liste elettorali. Intanto è stato inserito il limite di mandato e quindi non si potrà candidare chi ha totalizzato tre legislature anche se non consecutive e 15 anni di presenza nelle assemblee parlamentari (Camera, Senato e Parlamento europeo). E quindi, se non riusciranno ad ottenere la deroga, sono già fuori i due parlamentari Sabatino Aracu e Giovanni Dell’Elce, mentre la teramana Carla Castellani come il pescarese Andrea Pastore si erano già tirati fuori da soli, annunciando da tempo l’intenzione di non ricandidarsi.
Non solo: chi vorrà essere inserito in lista dovrà aver versato regolarmente i contributi mensili al partito. E qui cominciano i guai, perchè la metà dei parlamentari pidiellini non versa le quote da anni. E quindi si dovranno affrettare a mettersi in regola con i conti prima che vengano ipotizzate le candidature: in parole povere, tra oggi e domani. I soldi che mancano all’appello sono tanti: basti pensare cosa è successo all’Aquila con i conti della campagna elettorale tra denunce e polemiche. E per molti parlamentari si tratta di fare una scommesa al buio, cioè di pagare senza avere la certezza della candidatura.
Gli altri criteri sono l’età, inferiore ai 65 anni, e il comportamento. Berlusconi non transige: sarà automaticamente fuori chi si è «comportato in modo scorretto nei confronti del Pdl, favorendo o tentando fratture nei gruppi parlamentari, o mettendo in difficoltà il governo Berlusconi», eccetera eccetera. Insomma un lungo elenco di comportamenti che meritano il castigo, che potrà essere usato quindi anche in modo discrezionale dai vertici del partitoe In Abruzzo, assicurano in tanti, non c’è nessuno che faccia parte di questo girone dantesco. E per finire, saranno esclusi gli eurodeputati e gli esponenti Pdl che si candideranno alle prossime elezioni regionali (in Lazio, Molise e Lombardia). Sembra escluso il riferimento all’Abruzzo, dove si voterà a fine anno. Acquisite le regole, adesso il Pdl rimanda tutto al vertice di Roma di lunedì con tutti i coordinatori regionali e agli esecutivi provinciali: oggi si comincia con Pescara e Chieti, dove giocheranno una partita frontale Sospiri e Pagano. Domani toccherà a Teramo e L’Aquila. Si augura che non prevalgano i criteri romani Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, ma che il partito si apra a «nuove idee, nuovi contributi, nuovi nomi» e che si guardi «alle migliori energie del territorio».
Cerca personalità di spicco della società civile per la sua lista al Senato Mario Monti, che punta sulla candidatura dell’ex direttore del Tg1 Giulio Borrelli, che nella sua città natale, Atessa, ha già tentato di fare il sindaco. Apre ai giovani il Fli di Gianfranco Fini, con una lista messa a punto dal coordinatore Daniele Toto che vedrà lui come capolista e poi consiglieri regionali, comunali e provinciali più il giovane segretario cittadino di Vasto. I nomi che spiccano sono quelli di Daniela Stati, Berardo Rabuffo e Maurizio Teodoro.