La risposta all’Unione europea: il fisco
sulla casa su richiesta di Bruxelles
IL CASO
ROMA Stufo di passare per l’uomo delle tasse, Mario Monti imbraccia l’artiglieria. Il bersaglio, senza neppure nominarlo, è Silvio Berlusconi: «Sono stato costretto ad aumentare la pressione fiscale perché mi è stato chiesto di salire su un treno in corsa che stava deragliando e perché alcuni irresponsabili hanno portato il Paese sull’orlo del disastro». Ma non c’è solo il Cavaliere nel mirino. Il professore, ospite di Tgcom24, torna ad attaccare «i conservatori» Nichi Vendola e la Cgil di Susanna Camusso: «Una parte della sinistra pone molta attenzione in teoria all’aspetto delle disuguaglianze, ma spesso soffoca i meccanismi di crescita che sono basati su efficienza, produttività e competitività». Ce n’è anche per la Lega: «Pur essendo del Nord non mi riconosco per niente in quella specie di aborto di pulsione federalista che ha peggiorato il Paese».
LA RISPOSTA ALLA UE
Con un dribbling, invece, Monti replica alle osservazioni di Bruxelles sull’Imu: «La frase fondamentale del rapporto dice che la tassa è stata introdotta su richiesta dell’Unione europea, poi apprezza alcuni aspetti della forma di Imu adottata e infine parla di progressività. Ecco messa nella giusta prospettiva la ”clamorosa” notizia».
Per la nuova sortita, Monti rispolvera l’aplomb professorale. Niente battute, niente wow!. Solo una leggera dose di sarcasmo. Così gli hanno consigliato gli ”uomini immagine” che l’hanno preso sotto tutela dopo le prime uscite elettorali. E ciò che sta più a cuore al professore è marcare la propria «diversità» dai politici di professione. Il suo essere un «riformista rivoluzionario»: «Ho deciso di salire in politica dopo un lungo travaglio e ho deciso di stare né con la destra, né con la sinistra, ma dalla parte della gente comune che ha molta diffidenza verso la politica. Sono sceso dal piedistallo super partes per mettermi dalla parte degli esclusi, di chi non riesce a trovare lavoro».
La competition con Bersani e Berlusconi è aperta. Anche sul fronte fiscale: «Con malizia elettorale c’è chi dice, ”ma come, proprio lui che ha aumentato le tasse adesso dice di ridurle?” Io sono stato costretto da alcuni irresponsabili, ma ora che il Paese è in salvo, c’è la prospettiva di una graduale riduzione della pressione fiscale. Ma occorre uno sforzo nazionale, una spallata da parte dei cittadini, scegliendo chi non ha legami con organizzazioni che vogliono bloccare il Paese». Quali? «Le categorie, le lobby, certi sindacati».
IO ROBIN HOOD
Insomma, Monti si propone come il ”leader diverso”, il ”leader dalle mani libere senza condizionamenti”. Per «tagliare il settore pubblico», per «colpire a fondo i costi della politica». Per respingere propaganda e populismo: «Mi auguro che i cittadini stiano diventando più maturi, anche perché hanno pagato sulla loro pelle le promesse elettorali irrealizzabili. Non bisogna continuare con l’onda illusionistica». Altra botta a Berlusconi. E qui scatta l’appello a «noi cittadini». Una vera e propria chiamata (elettorale) alle armi: «Occorre mobilitare i riformatori, la mia offerta fa capo alla società civile. Senza un impegno di noi cittadini, i sacrifici fatti dagli italiani andrebbero dispersi da un’altra crisi finanziaria». E «ha ragione il Papa: lo spread sociale tra ricchi e poveri è sempre maggiore, si è trascurato troppo l’aspetto uguaglianza e la distribuzione della ricchezza». Monti-Robin Hood respinge al mittente, infine, l’accusa di essere dalla parte dei poteri forti, dei finanzieri: «Combatto da sempre i poteri forti, non c’è nessuno che ha fatto tanto».