L’AQUILA Il terrore dei paracadutati fa serrare le fila agli esecutivi provinciali. I richiami ad attingere alle energie del territorio si sprecano. Martedì la lettera del presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, ieri una di Gianfranco Giuliante. «Il territorio dovrà fare la sua parte», è il monito dell’assessore regionale. In che modo? «Relazionandosi, offrendo un quadro oggettivo di valutazione, sottolineando dinamiche locali e/o problematiche particolari, che se da un lato devono tener conto delle regole stabilite dall’ufficio di presidenza per la formazione delle liste elettorali, dall’altro deve coniugare la necessaria rappresentanza dei singoli territori». Il timore di un bel colpo di spugna sulla classe dirigente in carica aleggia per tutto il pomeriggio di ieri sugli esecutivi del Pdl di Pescara e Chieti. E così alla fine l’esecutivo di Chieti lancia un messaggio chiaro a Roma, un documento che richiama al rispetto della rappresentanza territoriale: tutte e quattro le Province dovranno avere un candidato in lista e soprattutto dovrà essere tenuto nel conto e rispettato il lavoro svolto dai parlamentari uscenti. La ciambella di salvataggio è per il senatore Fabrizio Di Stefano che in quanto ex An e in quota Gasparri, era stato dato molto in bilico negli ultimi giorni. Fino a ieri mattina. Con la lettura del Giornale i pidiellini teatini e tutti gli ex An con Di Stefano in testa hanno tirato un sospiro di sollievo. Il giornale di Vittorio Feltri, che viene letto come il timbro diretto impresso da Berlusconi, dà infatti per scontate in Abruzzo le ricandidature di Filippo Piccone, Paola Pelino, Marcello De Angelis, «quest’ultimo spendibile anche a Roma» e soprattutto di Fabrizio Di Stefano. Quindi in salvo, secondo il giornale di Feltri, sarebbero sia gli ex An che gli amici di Gaetano Quagliariello, messi un po’ in castigo da Berlusconi dopo le aperture a Monti da parte del vice capogruppo al Senato. E alla fine anche da Pescara arriva la richiesta di candidature territoriali rappresentative nelle liste al Parlamento, anche se il braccio di ferro condotto fino alla fine dai tre contendenti, quattro con Masci, ha reso molto difficile la stesura di un documento condiviso. A litigarsi il posto in lista il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri che guida la federazione provinciale di Pescara e la consigliera Federica Chiavaroli pronta a cavalcare la necessità di una rappresentanza di genere.
Rampogne ai pidiellini in fuga e allo stesso governatore da parte di Giuliante. A Gatti, Ricciuti e Di Matteo passati con Fratelli d’Italia dedica il passaggio in cui parla di «diversi aspiranti che in modo unilaterale, pur se legittimo» stanno «prediligendo passaggi romani o appaiano ondivaghi circa possibili approdi in nuove formazioni disposti ad ospitarli». A Chiodi rivolge le ultime righe, per invitarlo a non mettere becco sulle liste: «Il suo ruolo di federatore di una coalizione maggioritaria alle prossime elezioni regionali, lo deve vedere super partes. Quando si partecipa alla scelta dei candidati, se da un lato si indicano gli inclusi, dall’altro si determinano gli esclusi con un possibile danno prospettico non compatibile con la auspicata e necessaria unità quale condizione per una vittoria del centro destra alla prossime elezioni regionali». Come dire: non conviene a nessuno creare inimicizie perchè il passaggio cruciale non sono tanto le Politiche quanto le imminenti elezioni regionali.