L’AQUILA La lettera è in politichese stretto, ma il senso è chiaro: il governatore Gianni Chiodi non si faccia coinvolgere nel gioco della formazione delle liste per le politiche, non dia suggerimenti nè ponga veti sui nomi, resti super partes, altrimenti potrebbero esserci «implicazioni di breve periodo (elezioni Nazionali) quanto di medio (elezioni Regionali)». La lettera è firmata da quattro assessori della sua giunta: Gianfranco Giuliante, Mauro Febbo, Luigi De Fanis e Angelo Di Paolo. I firmatari concordato col fatto che le elezioni anticipate «giustificano valutazioni e meccanismi di selezione delle candidature di tipo “sovraordinario”», ma considerano che debba restare centrale il ruolo dei territori ai quali va garantina «la necessaria rappresentanza» (almeno un seggio a provincia). «Viceversa», sottolinea la lettera, sembrerebbe, che «in modo unilaterale» diversi «aspiranti stiano prediligendo passaggi romani». Preferendo dunque «un percorso diverso rispetto ad una più composta condivisione delle scelte che il Pdl abruzzese si troverà a prospettare nel tavolo romano “ cercando” di essere convincenti». I quattro firmatari condannano questi atteggiamenti temendo «pericolosi contraccolpi anche per i futuri equilibri regionali, tenendo conto dell’appuntamento elettorale del prossimo anno». E’ per questo che coinvolgere Chiodi in questi giochi «è sbagliato», dicono i quattro assessori. «Il suo ruolo di “federatore” di una coalizione maggioritaria alle prossime elezioni regionali, lo deve vedere super partes», si legge nella lettera. Perché se Chiodi «partecipa alla scelta dei candidati», indicando «“inclusi”, e determinando dunque gli “esclusi”», si fa un danno «prospettico» (si battezzano insomma figli e figliastri)«non compatibile con la auspicata e necessaria unità quale condizione per una vittoria del centro destra alla prossime elezioni regionali».