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Data: 15/01/2013
Testata giornalistica: Corriere della Sera
La crisi del tpl (2) - Ataf, accordo salva autisti. I lavoratori avranno pause più brevi e turni più lunghi. E dal 2014 nasce «BusItalia» E sui bus un nuovo nome

Ataf, il primo accordo c’è. Ed è un accordo «salva autisti». Ed insieme a questo, arriva anche la notizia che dal 2014 Ataf si «fonderà» con BusItalia e Cap, con una riorganizzazione delle linee extraurbane (e delle società). Intanto però i 59 posti di autista degli autobus fiorentini, messi in dubbio dai nuovi privati subentrati ai Comuni soci (Firenze e l’hinterland) non saranno toccati. Ai 35 giovani con contratto a tempo determinato part time a cui erano già cominciate ad arrivare le lettere di non conferma del posto, viene ribadita la possibilità di trasferirsi in altre sedi di BusItalia (nord Italia e Germania) con incentivi e la trasformazione del contratto a tempo indeterminato e full time.

I 24 autisti Ataf «veri», e fino a ieri a rischio, resteranno dove sono. Perché cambia l’organizzazione: pause più brevi (da 25 minuti a 15), turni di guida continuativi più lunghi (da 4 ore a 4 ore e mezzo). Ma ieri è stato anche annunciato che dal 1 gennaio 2014 Ataf non esisterà più, tutto (azienda e dipendenti) passerà sotto BusItalia (cioè le Ferrovie spa di Mauro Moretti) e Cap. Anche perché, avrebbero detto i vertici della spa, Ataf perderebbe un milione di euro al mese. Otto ore di confronto, tra le Rsu e l’azienda, ieri. L’accordo porta la firma di tutti i sindacati, ad eccezione dei Cobas. «Non ci è stato consegnato — spiega Alessandro Nannini dei sindacati di base — il piano di impresa: gli esuberi vengono certificati senza informazioni, per portare l’organico degli autisti a 828. E con l’accordo certifichi che ci sono altri 135 esuberi negli altri settori, verrà "sfogliato il carciofo" pezzo per pezzo. Inoltre — conclude Nannini — Ataf sparirà, questa è una scatola vuota che, quando sarà ridotto il personale ai minimi termini, verrà trasferita dentro BusItalia e Cap».

Poi, l’attacco alla scelta dei trasferimenti: «Non è vero che non ci sono gli esuberi: i "ragazzi" si salvano, ma solo se decidono di andare via» La Faisa invece ha firmato: «C’erano 35 contratti non confermati, quindi per noi licenziamenti: vengono trasformati in lavoro fisso e full time pur in altra città. Questo era per noi degno di attenzione e firma» dice Americo Leoni della Faisa. «C’è l’impegno di Ataf a far sì che questi lavoratori saranno i primi ad essere richiamati se si apriranno spazi in Ataf» aggiunge Massimo Milli della Filt Cgil che, con la Fit-Cisl, ha firmato l’accordo. «Gli esuberi restano 120 invece degli annunciati 135» aggiunge Milli. «Alcuni — aggiunge Paolo Panchetti della Fit Cisl — tra i colleghi più anziani hanno scelto di accettare gli incentivi all’esodo». Ma pesa soprattutto l’accordo sui turni che consente di avere lo stesso servizio con 30 lavoratori in meno e far risparmiare ad Ataf Gestioni Srl circa 1 milione e duecentomila lire. Ora si apre la partita per gli altri centoventi esuberi: saranno concentrati su inidonei (ex autisti che per motivi di salute non possono più guidare), amministrativi, operai. «Ci sarà un confronto serrato nelle prossime settimane» spiegano a più voci i sindacalisti, che sperano di recuperare qualcosa anche sulla mensa, dove in passato sono stati trasferiti undici dipendenti Ataf. Sperano nei fondi della Regione per gli esodi volontari, nella cassa integrazione (e nella riforma dello «scalone» pensionistico che potrebbe facilitare l’uscita in vista della pensione). Anche il contratto integrativo resterà lo stesso fino al 31 dicembre 2013, quando Ataf cesserà di esistere (con questo nome) dopo 67 anni.

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