La questione L’Aquila entrerà nelle fabbriche di tutta Italia diventando una priorità nazionale anche grazie alla Cgil che inserirà la ricostruzione nel piano del lavoro che il sindacato presenterà il 25 e 26 gennaio. Il Paese intero guarda alla ricostruzione aquilana come a una opportunità in quanto garantisce lavoro senza consumo di territorio. Con una visione più lungimirante lasciata intravedere dal presidente Vasco Errani e dalla numero uno della Cgil Susanna Camusso, intervenuti al convegno sulla ricostruzione, organizzato dalla Cgil, nell’aula magna dell’università, dal caso L’Aquila si può imparare molto in termini di prevenzione e emergenze. Secondo Errani non è più rinviabile la presentazione di una legge sulle emergenze. Insomma dal modello L’Aquila può ripartire l’intero paese che deve riorganizzare le proprie ricchezze, come sottolineato dalla Camusso. La Camusso ha parlato di una rivoluzione culturale nel paese. La piattaforma fatta di 8 punti sarà discussa dai sindaci in tutte le sedi lavorative diventando un importante percorso democratico partecipato. Un Massimo Cialente stranamente pessimista ha aperto i lavori alle prese con un bilancio degli ultimi 4 anni: «Ventottomila persone ancora fuori casa, questo Governo, e me ne rammarico, ha perso l’occasione di dare le giuste risorse in sede di discussione della legge di stabilità». Un bicchiere mezzo vuoto che il ministro Barca non ha apprezzato affatto, anzi ha censurato. Pur criticando il pessimismo e le scaramucce fra enti, Barca ha dato tre mesi di tempo al massimo per partire con la ricostruzione del centro. Sempre Barca ha svelato che l’impegno del prossimo governo sarà quello di varare una legge dei giusti per risolvere la questione tasse con un meccanismo di causalità-danno. Il ministro non ha negato poi l’ipotesi di avere un ruolo attivo all’interno del Pd. C’era anche il presidente della provincia Antonio del Corvo che ha lamentato la strozzatura del Genio civile con 1.500 pratiche sospese. «Tutti hanno avuto proroghe, tranne noi», ha constatato. Politico l’intervento del segretario Cgil Gianni Di Cesare che ha chiesto di far diventare L’Aquila il simbolo della campagna elettorale in corso. Giovanni Lolli ha parlato di una proposta di legge per l’adeguamento sismico degli edifici pubblici, un modo per prevenire le emergenze. Non c’era la Regione Abruzzo, ma Gianni Chiodi ha presentato una propria proposta di rilancio economico che si muove su cinque punti: un’adeguata rete viaria al servizio delle attività produttive in modo che queste ultime siano connesse e collegate con il tessuto produttivo nazionale, il rilancio del polo farmaceutico, il finanziamento dei contratti di sviluppo, il consolidamento del progetto scientifico del Gran Sasso Institute e il progetto di rilancio dell’istituto zooprofilattico d’Abruzzo. C’era invece Vasco Errani che ha fatto tesoro della esperienza aquilana. «Non esiste una gestione di emergenza senza idea di comunità - ha detto -. Qui si è deciso di fare i fuochi di artificio. Tuttavia è mancata l’idea di comunità perciò il centro storico è ancora lì. Dovete avere l’orgoglio di sentirvi protagonisti di questo processo di ricostruzione».