Le corse scolastiche aggiuntive non soppresse durante le vacanze natalizie hanno causato uno spreco di soldi e confermato la cattiva programmazione: questa è la nuova denuncia dei sindacati contro la Gtm per la gestione del servizio tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio. Arco di tempo circoscritto ma ricco di rilievi sindacali. In una nota firmata dai responsabili provinciale di Filt/Cgil, Fit/Cisl, Ugl e Faisa/Cisal, si ricorda che «tra le motivazioni della vertenza aziendale, che ha portato al recente sciopero di quattro ore, vi sono da un lato aspetti quali la sicurezza e la qualità dei servizi che interessano direttamente i viaggiatori e dall'altro esempi concreti di gravi sprechi e di irregolarità formalmente segnalati a tutta la struttura della Gtm». La denuncia dei sindacati muove da «un ennesimo e gravissimo esempio di sperpero di denaro pubblico - aggiungono - cui si sono resi protagonisti ancora una volta coloro che a più livelli sono stati designati a gestire e amministrare una importante società regionale e il cui operato è stato oggetto, in più di una circostanza, di attestati di stima e apprezzamento da parte dello stesso presidente Gianni Chiodi». Arrivando al nuovo casus belli, le parti sociali rivelano che con le vacanze natalizie e di fine anno ed in virtù della contestuale chiusura degli Istituti scolastici, molte corse supplementari peraltro oggetto di contributi e finanziamenti sia da parte della Regione Abruzzo che da parte degli Enti locali, vengono ovviamente sospese. «La Gtm ha determinato uno spreco inaccettabile per l'intera collettività. Sarebbe stato sufficiente predisporre nei quindici giorni di chiusura delle scuole una nuova programmazione dei servizi che escludesse le corse supplementari, operazione semplice e di rapida realizzazione anche alla luce delle dichiarate professionalità di cui dispone la società regionale di trasporto. Invece anche quest'anno, ripetendo gli errori del passato, si sono dovuti registrare circa 13 turni lavorativi, regolarmente espletati nel periodo di chiusura delle scuole e, nei quali, il personale è stato regolarmente retribuito per stare sostanzialmente a braccia conserte».