Ristrutturazione per i nuovi investimenti, la produzione della Punto continuerà Marchionne: non chiuderò stabilimenti in Italia. La Fiom: occupazione a rischio
ROMA La Fiat ha richiesto cassa integrazione straordinaria, dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014, per lo stabilimento di Melfi, in Basilicata, dove sono occupati cinquemila e 500 lavoratori. La produzione sarà dimezzata per due anni. Richiesta necessaria, spiega la Fiat, «per poter realizzare fisicamente gli investimenti per circa un miliardo di euro previsti per lo stabilimento» che attualmente produce la Punto. La Fiom-Cgil esprime invece «forte preoccupazione perché ad oggi non si conoscono i dettagli degli investimenti» e c’è il rischio «di riduzione dell’occupazione». La cigs era annunciata, commenta Giuseppe Farina, segretario della Fim-Cisl, e perciò «non si capisce quale sia la notizia negativa» perché a Melfi «la produzione continuerà». L’annuncio della Fiat ha comunque riacceso i riflettori sulla strategia italiana del Lingotto. Solo poche settimane fa il premier Monti a Melfi aveva parlato, tra gli applausi, di «una svolta nel rapporto fra la Fiat e l'Italia». La richiesta di cigs a rotazione per due anni crea una certa preoccupazione sulla capacità produttiva dello stabilimento. «Stiamo installando le nuove linee per fare le nuove vetture - commenta da Detroit l’amministratore delegato del Gruppo, Sergio Marchionne - Continueremo a produrre la Punto. Non capisco qual è il problema». L’azienda spiega che il suo obiettivo «è far tornare a lavorare regolarmente, nel minor tempo possibile, tutti i lavoratori». La produzione dei due nuovi modelli è prevista nel terzo e nel quarto trimestre del 2014. Per Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, a Melfi «siamo all’annuncio di una riduzione dei livelli occupazionali» perché «non è chiaro dove la nuova Punto andrà a finire». Il leader delle tute blu della Cgil chiede all’attuale e al nuovo governo un intervento «perché il Lingotto si impegni con il Paese e con i lavoratori a mantenere l’occupazione e non a spostare tutto negli Usa». Landini critica Monti che «andando a Melfi ha dato la benedizione a un progetto che colpisce gli interessi nazionali», ricordando che il defunto piano di Fabbrica Italia presupponeva il taglio dell’occupazione a partire da Pomigliano. Dal governo si fa sentire il ministro Elsa Fornero: la cigs per Melfi «non è stata ancora formalmente presentata» ma è legata all’impegno futuro ad investire. Marchionne conferma che non chiuderà altri impianti in Italia: secondo l’agenzia Bloomberg, l’ad italocanadese ha detto che i tagli dei posti di lavoro effettuati in Polonia hanno protetto i lavoratori delle fabbriche italiane. La Fiat ha chiuso lo stabilimento siciliano di Termini Imerese e quello Irisbus in Campania. Nel frattempo continua l’impegno sullo scenario internazionale: Fiat, Chrysler e la cinese Gac hanno ampliato la loro collaborazione prevedendo la produzione in Cina di Jeep. Inoltre, è stato lo stesso Marchionne ad annunciarlo, «produrremo Ducato in Messico».