PESCARA Indietro non si torna. La linea di Casini è stata chiara ma l’Udc è ancora in mezzo al guado tra i dissidenti autosospesi di Pescara e Giorgio De Matteis che sta già lavorando per la lista alla Camera. In mezzo, un quadro in evoluzione che prova a muoversi verso una mediazione che rimane molto complicata. Contatti non ce ne sono stati anche se Roma continua a ripetere che le diplomazie stanno lavorando.
LA GIORNATA
Elementi di giornata su cui riflettere. Primo. De Matteis ha annunciato in un’intervista di essere passato all’Udc ma al capogruppo regionale Menna non risultano richieste formali. Non pervenuta anche la Verì che ieri era stata attaccata molto chiaramente da Fli. Secondo. Di Giuseppantonio ha ritirato le sue dimissioni dalla presidenza della Provincia di Chieti, quindi esce dal novero dei candidabili. Terzo. I quattro provinciali annunciati come «dissidenti» domenica sera a Pescara non sono mai stati quattro: quello dell’Aquila per esempio si sfila. Il segretario provinciale Morena Pasqualone annuncia di accettare la lista Udc targata De Matteis perchè, dice, «sono al servizio del partito e se il partito decide, evidentemente, ci sono scelte che esulano dall’aspetto provinciale. Questo è uno di quei casi. E comunque, alla fine, se l’Udc dell’Aquila riesce a esprimere un candidato per Roma si tratta di un risultato importantissimo per la città che esce dal terremoto».
LA CACCIA AI CANDIDATI
La corsa dell’Udc Abruzzo, il nuovo Udc si intende, però deve passare per forza da una lista e da alcuni nomi a cui vanno agganciati i voti. De Matteis ieri sera era a Teramo per una riunione con il comitato provinciale guidato da Alfonso Di Sabatino. Nel fixing centrista su Di Sabatino, al momento, il punto interrogativo c’è eppure avere affrontato una riunione con il «nuovo» significa perlomeno iniziare a parlare. Più difficile invece «parlare» a Chieti dove la presenza in lista di Angelo Cellini viene esclusa a qualsiasi livello anche se i casiniani gli riconoscono una fedeltà di fondo che poi andrà filtrata alla luce della delusione. Fumata nera anche dal fronte di San Salvo dove pure Casini era stato l’anno scorso per sostenere Travaglini sindaco: «siamo distanti - dicono dal sud dell’Abruzzo - anche se non faremo barricate». E Chieti per l’Udc resta sempre Chieti. Discorso diverso vale per il pescarese De Vico, l’ex sindaco di Farindola, che comunque non sarebbe andato in lista visto il rinvio a giudizio fresco di cancelleria. Della Pasqualone si è già detto.
UN PASSO INDIETRO
Un passo indietro, a questo punto. Perchè se Di Giuseppantonio ha parato il colpo della delusione tenendosi stretta la poltrona della Provincia (e si sa che nel tempo tutto si può sistemare), per Roma la via più indolore per provare a ricucire sarebbe quella di «passare» da Antonio Menna, altro uomo di lungo corso in Abruzzo. Menna allo stato attuale rischia di diventare quello che rimarrà con il cerino in mano visto che De Laurentiis (altro leader storico finito nell’ ombra) è pur sempre in Cda Rai. A ora di ieri sera anche per lui telefono muto a parte qualche contatto informale con il commissario Armando Dionisi. In ogni caso, alla fine di tutte le chiacchiere, ha ragione chi sostiene che l’esperienza dell’Udc in Abruzzo sia alla svolta. Che tipo di svolta dipenderà dalle capacità di De Matteis perchè un conto è trattare una «resa» condizionata (quella che aspetta al varco gli autosospesi); altro conto è rigenerare il partito nel medio periodo. Ci vorrebbe un seggio a Roma, ecco il punto.